PCOS e gravidanza: 9 mesi di serenità

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Nonostante tutti ti abbiano detto che con la PCOS sarebbe stato possibile iniziare una gravidanza, il test è positivo.  È veramente positivo (non esistono falsi positivi!)

Sì, le belle notizie arrivano, anche a te. Quando meno te lo aspetti, quando ormai eri partita sconfitta, quanto pensavi che non sarebbe mai successo, quando avevi previsto tentativi, protocolli, farmaci.

Sì, sei incredula, ma è il tuo momento. Il momento di pensare a quello che verrà, con fiducia ed ottimismo.

PCOS e rischi, di cui tutte hanno paura

Lo so, il test che positivo porta con se una valanga di emozioni travolgenti. Tutte insieme. Sei felice ed hai paura allo stesso tempo. Dopo mesi di ansia da concepimento, mesi un cui le hai pensare e provate tutte, da adesso la tua vita cambia, ed hai paura che quella felicità si trasformi in ben altro.

Perché le informazioni che hai ricevuto sono molto lontane dalla serenità della gravidanza che hai sentito dai racconti delle tue amiche.

Ti hanno detto che, la PCOS sebbene non sia associata a particolari malformazioni congenite, è correlata ad aborto spontaneo precoce, diabete gestazionale, pre-eclampsia e mortalità prenatale.

Un attimo. Ragioniamo insieme e parliamo ad alta voce, perché forse solo così potrai sapere, conoscere e alleggerire le tue paure.

Prima le belle notizie

Oltre il 70% delle donne con PCOS riesce ad avere una gravidanza naturalmente. Oltre il 20% riesce a concepire con un protocollo di stimolazione.

Per far sì che questa percentuale coinvolga anche te, è molto importante avere cura di tenere sotto controllo alcuni sintomi chiave della PCOS, partendo dallo stile di vita, tali da bilanciare il tuo equilibrio ormonale. Sappiamo che la PCOS è fatta di equilibri, primo fra tutti LH e FSH, che consentono l‘ovulazione, che puoi imparare a riconoscere.

Quindi sii felice, abbraccia il tuo partner perché una nuova vita vi sta aspettando.

Acido folico: first, please!

Prima di tutto: assumi il prima possibile 400 mcg di acido folico al giorno. Che tu sia alla ricerca di una gravidanza o che tu l’abbia appena scoperto, se ancora non lo stai prendendo. L’acido folico riduce il rischio di una malformazione congenita (non correlata alla PCOS, ma è un rischio che riguarda tutte le donne), chiama spina bifida, che riguarda la mancata chiusura del tubo neurale. Tale evento avviene intorno al 20esimo giorno di gravidanza ed è quindi bene che tu abbia il giusto pool di acido folico, perché potresti sapere di essere incinta, molto più tardi di questo momento.

Test di gravidanza: sì è positivo!

Se ti senti strana, stanca, con il senso gonfio, e voglia di fare pipì spesso, non rimanere con il dubbio: fai un test di gravidanza.

Quelli che fai a casa sono positivi circa al momento della prima mestruazione mancata, o qualche giorno prima in quelli di ultima generazione, o 14 giorni dopo l’ovulazione.

Tutti i test di gravidanza rilevano i livelli di gonadotropina corionica umana (hCG) nelle urine, una sostanza che viene prodotta quando l’embrione fecondato si impianta ed è presente solo durante la gravidanza. Non esistono falsi positivi.

Il medico potrebbe chiederti una verifica con un esame del sangue. I valori di hCG aumentano progressivamente, soprattutto in caso di gravidanza gemellare. Se i valori non salgono o lo fanno in modo molto lento, purtroppo non è un buon segno e potrebbero suggerire una possibile perdita della gravidanza.

Nella PCOS sono importanti i valori di progesterone, soprattutto se in passato hai saputo di esserne carente. Il progesterone è necessario per sostenere la gravidanza e crescono contestualmente alle hCG . Se i livelli di progesterone non sono rassicuranti (inferiori a 20 pg/ml), può essere raccomandata un’integrazione di progesterone per qualche mese (fino alla 9a settimana), quando la placenta prenderà il posto delle ovaie e sarà in grado di produrre, da sola, tutto il progesterone necessario a sostenere la gravidanza.

Rischio di aborto prematuro e PCOS

Il dibattito è aperto e ci sono molte evidenze e pareri discordanti a riguardo. Sì, la PCOS è correlata ad un aumentato rischio di aborto prematuro, e le teorie più accreditate sono che sia legato al peso della madre al momento del concepimento (chi è in sovrappeso secondo il BMI è più a rischio), sia per la scarsa qualità degli ovuli, data da un eccesso di LH.

Recenti evidenze, però, provenienti da ampi studi di popolazione suggeriscono che le donne affette da PCOS non hanno maggiori probabilità di abortire precocemente rispetto a quelle che non ne soffrono.

Nello specifico, una volta superata la 12a-14a settimana, le ricerche suggeriscono che il tasso di perdita della gravidanza crolli all’1% e continui a diminuire ulteriormente con l’avanzare della gravidanza. Il periodo maggiormente rischioso sembra essere quello che va dal concepimento fino alla 10-12a settimana.

Se dovesse capitare una interruzione, i sintomi non sono uguali in tutte le donne potrebbe essere dovuta ad un aumento dei livelli di insulina capace di abbassare il progesterone, e quindi impedire l’annidamento dell’embrione, così come ad un picco di LH.

Occorre capire con il proprio medico cosa sia accaduto per trovare soluzioni. È quasi dato per scontato che le prime gravidanze abbiano un maggior rischio di non proseguire (per tutte le donne, non solo per chi ha la PCOS), ma la statistica non può bastare. Non può concludersi con un “massì è capitato, come a te anche a tante altre” o con un “riprovateci, si vede che non era destino”. No. È opportuno capire, perché se conosci il tuo corpo, puoi trovare delle soluzioni.

Ma, al contrario, se tutto va bene, allora il medico ti prescriverà le indagini necessarie a monitorarti, sia dal punto di vista ematico che dal punto di vista ecografico per datare la gravidanza, monitorare i cambiamenti e la crescita del feto.

Rischio di diabete gravidico

Il diabete mellito gestazionale (GDM) è definito dall’American Congress of Obstetrics and Gynecologists come intolleranza ai carboidrati che inizia o viene riconosciuta per la prima volta durante la gravidanza. I tassi di GDM in gravidanza nella popolazione generale sono attualmente riportati al 3-9%, anche se si prevede che questo numero continui ad aumentare a causa dell’epidemia di obesità parallela, degli stili di vita sedentari, dell’urbanizzazione e dell’età materna più avanzata al momento del concepimento.

Le complicazioni correlate al diabete gravidico includono macrosomia fetale (bambini grossi alla nascita), traumi da parto, parto vaginale strumentale, taglio cesareo e una maggiore mortalità perinatale. In linea generale, si fa una valutazione della glicemia nel primo e secondo trimestre nelle donne che presentano un rischio, come la familiarità, il peso e l’età al momento della gravidanza.

Durante la normale gestazione, l’insulino-resistenza è uno dei cambiamenti fisiologici che accompagnano la gravidanza, e serve a soddisfare e preparare le esigenze nutrizionali del feto in via di sviluppo, soprattutto nel terzo trimestre. Gli ormoni placentari, il cortisolo, il progesterone e gli estrogeni, alterano l’omeostasi del glucosio materno inducendo una “giusta” resistenza insulinica periferica.

Nella donne che partono già con un quadro di insulino-resistenza, come circa il 70% delle donne con PCOS, l’equilibrio glicemico può essere ulteriormente inclinato verso il diabete gravidico. In effetti, in più di una metanalisi, le donne con PCOS hanno dimostrato una probabilità significativamente più alta di svilupparlo.

Quindi: la risposta è la metformina? No, prima di tutto è la gestione dietetica e dello stile di vita, includendo anche la gestione dello stress. Poi, si procede alla terapia. Sebbene la metformina sia un farmaco insulino-sensibilizzante che aiuta l’ovulazione e pare abbia un buon profilo di sicurezza, in accordo con diversi studi è stato rilevato che, usato nelle prime fasi della gravidanza non ha dimostrato di ridurre i tassi di diabete gravidico rispetto ai controlli con placebo.

In generale non viene somministrata, ma con efficacia, si può intervenire con gli inositoli, in particolare il D-chiro-inositolo che ha mostrato buona efficacia e un profilo di sicurezza molto alto. Se questo non fosse sufficiente, potrebbe essere presa in considerazione la terapia insulinica.

Rischio di ipertensione e pre-eclampsia e altri rischi

I disturbi ipertensivi in gravidanza sono classificati come ipertensione cronica, preeclampsia/eclampsia e ipertensione gestazionale.

Le donne con PCOS hanno una maggiore probabilità di sviluppare uno di questi disturbi ma, il medico ti monitorerà attentamente e nel caso, esistono farmaci sicuri che possono gestire bene la situazione.

Come per molte altre complicazioni della gravidanza, la maggior parte degli studi ha evidenziato che un BMI più elevato nelle donne con PCOS rispetto ai controlli, è un fattore di rischio indipendente riconosciuto per la mortalità perinatale.

Quindi, un peso elevato non preclude una gravidanza e di questo non ti devi sentire in colpa. Sarai maggiormente monitorata e questo ti permetterà di condurre la tua gravidanza in sicurezza.

Aiuto, sto prendendo peso?

Sei confusa e lo so: hai fatto una fatica enorme a perdere peso per riuscire a riequilibrare i tuoi ormoni, e adesso? Sei terrorizzata perché temi che se ingrassi ora, non riuscirai più a perderlo.  E poi, la dieta PCOS-friendly che hai seguito per mantenere il miglior equilibrio possibile, è la migliore per portare avanti una gravidanza?

In passato, quando non le conoscenze non erano così approfondite, l’aumento di peso in gravidanza era inevitabile, anzi necessario. Ma oggi, le cose sono molto diverse e grazie alla conoscenza della fisiologia, della nutrizione e della PCOS, è possibile prendere peso, nella giusta entità, in modo sano per garantire la salute del nascituro, ma anche per  ritornare in forma dopo il parto, in modo da ridurre i sintomi della PCOS.

Cosa dicono le linee guida? Salvo condizioni mediche particolari,

  • Se sei sottopeso, BMI inferiore a 19,8, o se siete adolescenti, l’aumento di peso totale consigliato è compreso tra 12 e i 18 chili.
  • Se sei normopeso, l’aumento di peso totale consigliato è compreso tra 11 e 15 chili.
  • Se sei in sovrappeso (BMI superiore a 26), l’aumento di peso consigliato è compreso tra 8 e gli 11 chili.

Come si dovrebbe prendere peso? Al di là della soggettività:

  • Durante i primi tre mesi, l’ideale sarebbe ingrassare tra i 1 e i 4 kg. Non è necessario mangiare più di quanto si faccia normalmente in questo periodo, ma è sufficiente assicurarsi che la dieta sia sana e nutriente e che rispetti i criteri di un pasto PCOS-friendly;
  • Da tre a sei mesi: è il periodo ottimale per aumentare di peso, poiché il bambino ha bisogno di un maggiore apporto di energia e si dovrebbe mangiare 300 calorie in più al giorno. L’aumento di peso in questo periodo dovrebbe essere costante e pari a circa 2 kg alla settimana;
  • Da sei a otto mesi: si dovrebbe continuare ad aumentare di circa mezzo chilo alla settimana, con un rallentamento della perdita di peso nel nono mese. La dieta verrà personalizzata a seconda dell’andamento ma generalmente non molto diversa dal precedente trimestre.

Un adeguato aumento di peso è importante per te, mamma, e per il tuo bambino o bambina. Diete molto rigide in gravidanza non state correlate ad un aumento di rischio di sviluppare iperandrogenismo nelle figlie femmine, esponendole al rischio di sviluppare a loro volta forme di PCOS.

Non è sempre facile controllare il peso in gravidanza perché ognuna ha la sua storia e sebbene spesso di  segua uno stile di vita corretto sotto tutti i punti di vista, il peso sale. Se gli esami del sangue sono nei range e la crescita fetale è adeguata: stai più serena possibile. Non fare di questo una fonte di ansia o una fonte di stress. Sono linee guida a cui cercare di allinearsi ma questo non ti deve agitare. E non permettere a nessuno di metterti ansia su questo. Ci saranno momenti in cui prenderai più peso di altri, e le nausee mattutine, la ritenzione di liquidi e le voglie di cibo possono causare fluttuazioni nell’aumento di peso. Non ti preoccupare: tutto si gestisce, anche il peso, quando ti sentirai pronta a farlo.

 

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Autore: Stefania Cattaneo

Sono Stefania Cattaneo e sono una biologa nutrizionista, appassionata di fotografia e di nutrizione applicata alle donne. Lavoro online, per arrivare a tutte le donne, in Italia e nel mondo, che soffrono di PCOS nelle sue varie forme di presentazione. In questo blog, farò del mio meglio per aumentare le tue conoscenze sulla PCOS, una condizione medica, difficile, complicata, delicata ma con la quale si può imparare a convivere. Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologici con numero d'iscrizione: AA_067629.