PCOS: come monitoro la mia ovulazione?

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Capire se avviene o meno l’ovulazione quando si ha la PCOS può essere molto complicato. C’è stata o non c’è stata? E poi, quando è avvenuta: esattamente al 14° giorno? Prima? Dopo?

Che tu sia alla ricerca di una gravidanza o meno, conoscere il tuo corpo come atto di auto-consapevolezza, è importante per te ma soprattutto è necessario per fornire al medico a cui ti sei affidata, le informazioni giuste per trovare soluzioni e risposte alle proprie domande.

La PCOS: un puzzle complesso

La PCOS è una condizione medica molto complessa, in cui trovare il bandolo della matassa è difficile ma non impossibile. Ha tante sfaccettature, complesse da gestire ma non è impossibile spegnerle e mandarle in remissione.

Occorre conoscersi bene, capire quali sono i modi con cui il nostro corpo funziona. I tempi. Le reazioni che non fisiologiche e fanno stare male. Le sensazioni. Perché se non conosciamo il nostro è difficile descriverci e chiedere aiuto.

Non sempre la PCOS è facile da diagnosticare. Non sempre compaiono segni di eccesso di ormoni maschili (iperandrogenismo) tali da prenotare una visita dermatologica. Non sempre il ciclo è irregolare, segno di una disfunzione ovarica. Non sempre le ovaie e gli esami del sangue mostrano delle anomalie. Non sempre compaiono sintomi da insulino-resistenza o il peso è fuori controllo.

Spesso, molto spesso, la PCOS è una diagnosi tardiva, che arriva come un fulmine a ciel sereno nelle donne che sono sempre state in forma o decisamente magre, sono sempre state attente al modo di mangiare e allo stile di vita. Spesso questa diagnosi arriva quando si è alla ricerca di una gravidanza che non arriva.

La chiave è l’automonitoraggio

Non importa se stai cercando un figlio o meno, è molto importante che tu conosca il tuo ciclo mestruale. La PCOS cambia e stravolge il funzionamento del tuo corpo. Ti fa perdere i riferimenti. La buona notizia è che puoi iniziare una nuova conoscenza di te. E può essere una grande opportunità per amare di più il tuo corpo e prendertene cura, con gentilezza e lungimiranza.

Quando è stata l’ultima mestruazione e come si è comportato negli ultimi sei mesi? Sei in amenorrea da più di 3 mesi? Hai percepito di aver avuto l’ovulazione?

Soprattutto se sei alla ricerca di una gravidanza alcuni segnali sono fondamentali, e se li conosci e impari a gestirli, il test di gravidanza potrebbe diventare positivo prima di quanto tu te l’aspetti.

Nella PCOS non è sempre del tutto assente l’ovulazione. Anche nella disfunzione ovarica più critica non è detto che non si raggiunga mai la condizione in cui ci sia la scelta di un follicolo dominante sugli altri, così come l’equilibrio ormonale tale per cui quell’ovulo venga liberato e, una volta fecondato, possa impiantarsi. E non importa, poi se il tuo ciclo è di 25, 36 o 48 giorni: puoi concepire se riesci a identificare la tua personale “finestra fertile”.

In uno studio, pubblicato nel 2012 dalla ricercatrice Hampton K. ha valutato che più dell’80% delle donne in lista per la fecondazione assistita, non era in grado di identificare con precisione la propria finestra fertile, ipotizzando che, con una migliore consapevolezza della propria finestra fertile, potenzialmente avrebbero potuto concepire naturalmente.

Insomma, interpretare i segnali del proprio corpo, permette di avere un approccio alla ricerca della gravidanza più sereno.

La finestra fertile

La finestra fertile è definita come il periodo di tempo intorno all’ovulazione in cui è possibile rimanere incinta.

Non si concepisce dopo l’ovulazione: è necessario che gli spermatozoi si trovino nelle tube di Falloppio in attesa del rilascio dell’ovulo, non il contrario.

La durata della finestra fertile varia da una coppia all’altra. Dipende dal numero di giorni in cui si rilascia la giusta consistenza del muco cervicale e da quanto a lungo può sopravvivere lo sperma del partner.

Molte donne iniziano a rilasciare il muco cervicale cinque giorni prima dell’ovulazione. Gli spermatozoi possono vivere, in media, da 3 a 5 giorni. Se hai rapporti 5 giorni prima dell’ovulazione e gli spermatozoi del tuo partner sono vivi solo per 3, non riuscirete a concepire. Per alcune donne la finestra fertile è molto più breve, solo 1 o 2 giorni prima dell’ovulazione.

Quando è la finestra fertile?

Generalmente si consiglia di avere rapporti sessuali tra i giorni 10 e 17 del ciclo. Tuttavia, uno studio (Treloar A. et al.) che ha seguito 221 donne per tre o quattro mesi ha rilevato che solo il 30% delle donne ha la sua finestra fertile in quei giorni.

Le linee guida indicano in quella fase del mese è il periodo di “massima fertilità”, ma questa affermazione si basa sul presupposto che si ovuli 14 giorni prima delle mestruazioni. Quello studio ha dimostrato che non è affatto così. Solo il 10% delle donne che avevano un ciclo di 28 giorni ha avuto le mestruazioni 14 giorni dopo l’ovulazione.

Per chi ha la PCOS e cicli più irregolari, poi questa variabilità è ancora maggiore.

Per individuare la finestra fertile è importante riconoscere i cambiamenti del muco cervicale e quelli della temperatura basale.

Come cambia il tuo corpo durante il ciclo mestruale?

Il muco cervicale viene rilasciato dalla cervice e, quando si avvicina l’ovulazione, si modifica, per aiutare il trasporto degli spermatozoi fino alle tube di Falloppio.

Cambia profondamente durante le varie fasi del tuo ciclo mestruale. Quando non sei vicina all’ovulazione, la cervice rilascia un liquido appiccicoso che ha una struttura cristallina e che lo rende impenetrabile agli spermatozoi. Nel periodo che precede l’ovulazione, si trasforma in un fluido umido e scivoloso, per consentire agli spermatozoi di muoversi liberamente e velocemente considerata la loro vita abbastanza breve.

Anche la temperatura basale si modifica: quella del mattino è un indicatore molto preciso dell’avvenuta ovulazione. L’aumento dell’LH che stimola l’ovulazione provoca anche un aumento della temperatura corporea da 0,2 a 0,6°C, che si mantiene più alta durante la fase luteale grazie all’aumento del progesterone.

Ho le mestruazioni, quindi sto ovulando, giusto?

Sebbene il ciclo si possa presentare ogni mese, è possibile che non tutti i mesi siano ovulatori.

Durante la prima metà del ciclo i livelli di estrogeni aumentano costantemente, facendo sì che il corpo costruisca il rivestimento uterino (chiamato endometrio) in modo che un ovulo fecondato possa impiantarsi al suo interno.

In un normale ciclo ovarico, dopo che l’ovulo è stato rilasciato dall’ovaio, i resti del follicolo che lo ospitava rimangono dietro di sé, ed è il cosiddetto corpo luteo. La riduzione dei livelli di estrogeni rallenta lo sviluppo dell’endometrio, ma il progesterone fornisce un supporto strutturale fino al concepimento o al ciclo successivo.

Se il concepimento non avviene, il “corpo luteo” inizia a produrre progesterone circa 12-16 giorni dopo l’ovulazione. Questo segnala al corpo che il concepimento non è avvenuto, e l’endometrio viene eliminato e si manifesterà la mestruazione.

Se l’ovaio non rilascia alcun ovulo, non c’è il corpo luteo, il che significa che il corpo non produrrà progesterone. Senza progesterone, gli estrogeni non sono in grado di sostenere da soli la crescita dell’endometrio. Alla fine il rivestimento uterino viene rilasciato e si ha quella che sembra essere la mestruazione, ma poiché non si è verificata l’ovulazione, questo tipo di sanguinamento anovulatorio non è una vera e propria mestruazione; è invece noto come “sanguinamento da rottura degli estrogeni”.

Come lo riconosci? Quando non si ovula, è comune avere un ciclo mestruale dall’aspetto leggermente diverso. È probabile che sia breve, leggero, a macchie o rossastro/marrone, invece che sangue rosso vivo per almeno 2 giorni. Molto spesso però, si può avere un ciclo dall’aspetto del tutto normale e questo rende un po’ più complicato l’interpretazione di quello che sta accadendo.

I test dell’ovulazione funzionano?

Le app basate solo sui dati dei cicli precedenti, come il conto dei giorni e la temperatura basale, non sono in grado di indicare i giorni più fertili. Anche usando gli algoritmi più sofisticati, è praticamente impossibile prevedere le varie influenze sul ciclo mestruale, come lo stress, la dieta seguita, la corretta crescita dell’uovo e il fatto di avere la PCOS che comporta cicli spesso molto irregolari.

Spesso i test di monitoraggio per l’ovulazione sono positivi nelle donne che hanno la PCOS, dando la falsa percezione che “sia il momento giusto”.

Questi test misurano i valori di LH che avviene da 24 a 36 ore prima dell’ovulazione, ma nella PCOS l’ormone luteinizzante è in realtà troppo alto e questo aumento non solo altera il rapporto tra LH e FSH, ma può anche portare a risultati falsi positivi, perché magari l’ovulazione avverrà da lì a due settimane dopo. Può essere del tutto fuorviante.

In più, i test di ovulazione non sono in grado di dare informazioni sulla durata della tua fase luteale: quella condizione in cui l’endometrio deve garantire all’ovulo fecondato l’ambiente giusto per annidarsi.

La fase luteale deve durare almeno 11 giorni, altrimenti l’ovulo non avrà abbastanza tempo per trovare il suo spazio nel rivestimento uterino e segnalare al corpo la gravidanza.

Tieni traccia della tua temperatura basale

Approfondisci questo discorso con la tua ostetrica di fiducia. Ma sappi che è il primo passo per confermare l’avvenuta ovulazione. Il picco di LH che stimola l’ovulazione provoca un leggero aumento della temperatura corporea, che viene mantenuta durante la fase luteale dal progesterone rilasciato dal corpo luteo.

Quindi:

  1. Procurati un termometro affidabile, meglio se digitale;
  2. Misurati la temperatura orale, appena sveglia (questo è il dato importante: la temperatura deve essere misurata prima di qualsiasi attività);
  3. Lascia il termometro in bocca per 10 secondi prima di iniziare la misurazione;
  4. Usa una app per tenere traccia su un grafico l’andamento.

Attenzione a interpretare bene questo valore: la temperatura orale può solo confermare l’avvenuta ovulazione. Non può essere utilizzata per indicare quando avverrà l’ovulazione. Potrai leggere che un calo della temperatura prima dell’ovulazione può segnalare la finestra fertile, ma le misurazioni orali della temperatura non sono abbastanza sensibili per rilevarlo. Quindi meglio affidarsi all’interpretazione del muco e incrociare i dati.

Come interpretare il muco cervicale

Il muco cervicale tipico dell’ovulazione la riconosci come una sensazione di bagnato nella biancheria intima o quando sei andata in bagno, e ti sei pulita, la carta igienica era molto scivolosa. È un muco chiaro, acquoso ed elastico, come il bianco dell’uovo che cola.

Guardate quella carta igienica: riesci a vedere del muco che puoi effettivamente raccogliere e stendere tra le dita? Se sì, non sono perdite: è il tuo corpo che si prepara all’ovulazione.

Fai anche attenzione a:

  • Cervice che sarà più morbida: Se la tocchi delicatamente con un dito, ti sembrerà meno soda e più morbida del solito.
  • Spotting: Una piccola perdita di sangue può talvolta verificarsi durante l’ovulazione. Se la noti, parlane con il tuo medico e assicurati che la tua cervice sia sana.

Quando non ovuli, il tuo muco è spesso e impenetrabile e impedisce agli spermatozoi di arrivare alla cervice. Una sensazione che ti farà sentire piuttosto secca, asciutta.

Prendi nota di questa sensazioni. Possono essere impercettibili all’inizio, soprattutto quando arrivi da un periodo di pillola estroprogestinica. Pensaci anche più volte durante il giorno così da tenerne traccia.

L’importanza della fase luteale

Non riuscire a concepire, potrebbe essere un problema di lunghezza della fase luteale, ovvero il numero di giorni che intercorrono tra il primo aumento della temperatura e il giorno prima dell’inizio delle mestruazioni.

La fase luteale deve essere più lunga di 11 giorni per poter concepire. Se la fase luteale è inferiore a 11 giorni, si parla di carenza di fase luteale.

Nella PCOS si possono avere anche cicli di 28-33 giorni che sembrano normali, ma potrebbe capitare che la prima metà del ciclo dura 23 giorni e la seconda metà solo 10 giorni. Potrebbe essere uno dei motivi per cui non si riesci a rimanere incinta: il tuo corpo ha tentato di ovulare molte volte, fino a riuscirci ma la fase luteale è stata troppo breve (e accade in circa il 25% dei casi).

Controlla la situazione monitorando la temperatura basale e parlane con il tuo ginecologo. Sappi che anche tu puoi migliorare la gestione di questa fase.

Una fase luteale breve è causata da un’insufficienza di progesterone, che in genere è una manifestazione dell’insulina”, di uno stress eccessivo, oltre che di una resistenza dell’endometrio.
Se l’insulina è alta, l’ovulo potrebbe essere di scarsa dimensione o di scarsa qualità, oppure l’LH potrebbe essere troppo alto e l’ovulo non può essere rilasciato.

In questa fase, come nelle altre, il tuo modo di mangiare è cruciale.

Se la tua fase luteale è breve, puoi confrontarti con il tuo medico e fare il test del progesterone a metà della fase luteale, al “21° giorno”, (ma tu che ti monitori, sai qual è la metà della tua fase luteale, quindi segnalalo al medico).

Se dalle analisi del sangue risulta che il progesterone è più basso dell’intervallo normale indicato nel referto di laboratorio, si può pensare di utilizzare del progesterone micronizzato (progesterone bioidentico) durante la seconda metà del ciclo.

Ho fatto tutto bene: perché non sono incinta?

È uno dei pensieri che crea maggior stress nelle coppie. Sappi questo: è del tutto normale.

Anche se si cronometra tutto alla perfezione, si ha comunque solo il 10-30% di possibilità di rimanere incinta. In altre parole, sono necessari fino a 10 cicli perfettamente sincronizzati per avere il 100% di possibilità di concepire.

Niente stress, quindi. Continua a provare serenamente, cercando di non entrare nel circuito dell’ansia da concepimento. E se fosse così, parlane sia con il tuo partner che un terapeuta se fosse necessario.

 

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Autore: Stefania Cattaneo

Sono Stefania Cattaneo e sono una biologa nutrizionista, appassionata di fotografia e di nutrizione applicata alle donne. Lavoro online, per arrivare a tutte le donne, in Italia e nel mondo, che soffrono di PCOS nelle sue varie forme di presentazione. In questo blog, farò del mio meglio per aumentare le tue conoscenze sulla PCOS, una condizione medica, difficile, complicata, delicata ma con la quale si può imparare a convivere. Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologici con numero d'iscrizione: AA_067629.

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