Il rischio di aborto nella PCOS. Capire per prevenire

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Se ne parla molto, ed è una delle cose che più terrorizzano le donne con la PCOS: il rischio di aborto. Perdere un bambino è qualcosa di indescrivibilmente traumatizzante per una donna e per una coppia. Qualcosa che travolge, che svuota e che lascia una tristezza capace di segnare profondamente.

Nella PCOS, sindrome che coinvolge la donna nel suo sentirsi femmina e se vuole, madre, riguarda da vicino. Cosa c’è da sapere in merito? Perché la consapevolezza, aiuta e prepara, ma soprattutto previene.

Prima di tutti: i dati

I dati che ti mostrerò, supportati dalla bibliografia scientifica non sono belli e probabilmente ti spaventeranno per un attimo. Sebbene ci sia moto dibattito su questi numeri, la prevalenza dell’interruzione precoce della gravidanza, definita come aborto spontaneo durante il primo trimestre, è stata riportata nelle donne con PCOS fino al 30-40%. Questo tasso è circa tre volte superiore a quello riportato nelle donne senza PCOS, pari al 10-15%.

Il dibattito si fonda sul fatto che i criteri diagnostici non sono ancora univoci, quindi la PCOS è una chiara entità ma, lo sappiamo, non lo è altrettanto il modo di diagnosticarla.

Non lasciarti impaurire da queste cifre perché se conosci la tua PCOS, puoi gestirla e soprattutto puoi portare avanti la tua gravidanza in modo sereno, per te e per il tuo bambino,

Perché accade alla donne con PCOS?

Eliminate tutte le cause non prevedibili, come alterazioni genetiche gravi che la natura decide di non portare avanti perché non sopravvivrebbero, le cause del maggior rischio di aborto nella PCOS stanno nelle caratteristiche della PCOS stessa.

Certo, non esiste una spiegazione unica, ma molte ipotesi. Sebbene una delle caratteristiche della PCOS sia la disfunzione ovarica, la fisiopatologia dell’interruzione precoce di gravidanza nella PCOS non è stata attribuita a questo.

Sono le varie anomalie metaboliche ed endocrinologiche che si riscontrano comunemente nelle donne con PCOS, tra cui l’obesità, l’iperinsulinemia (non l’insulino-resistenza), l’iperandrogenismo, l’anomalia del profilo ipofisario delle gonadotropine con elevate concentrazioni di ormone luteinizzante (LH) e la disfunzione endometriale a esserne più resaponsabili.

L‘iperinsulinemia (l’eccesso di insulina circolante, non si parla di insulino-resistenza) è comune alla PCOS e all’obesità ed è stata proposta come fattore di rischio indipendente per l’aborto spontaneo, indipendentemente dal BMI.

I meccanismi proposti per la perdita precoce della gravidanza indotta dall’iperinsulinemia includono un eccesso di trasporto di glucosio al feto e alterazione dei livelli di:

  • progesterone che diminuisce e non permette di costruire l’ambiente adattato all’annidamento dell’embrione;
  • insulin growth factor-binding protein-1 (IGFBP-1), necessario durante il periodo dell’impianto e nel mantenimento della gravidanza, per un corretto attecchimento  e
  • inibitore dell’attivatore del plasminogeno 1, (PAI-1) che si traduce in un maggior rischio di tromboembolismo venoso ed esiti avversi della gravidanza, tra cui aborto spontaneo ricorrente, ritardo di crescita intrauterino, distacco della placenta, preeclampsia e morte fetale intrauterina.

Rispetto al progesterone, pare che il livello ottimale per prevenire l’aborto spontaneo sia di 25 ng/mL, un dato importante soprattutto nelle donne con età superiore ai 35 anni. I risultati di uno studio su 182 donne, ha mostrato che solo il 12% delle donne con livelli di progesterone inferiori alla soglia di 25 ng/dL aveva portato a termine la gravidanza, contro il 72% di quelle che avevano superato la soglia.

L’iperandrogenismo è stato riscontrato frequentemente nelle donne con PCOS con poliabortività. La relazione pare fondarsi nella qualità degli oociti e nella generazione di un ambiente non ottimale per il successo dell’impianto.

Un’altra caratteristica comune della PCOS che è stata implicata nell’interruzione precoce di gravidanza è l’aumento anomalo dell’LH circolante. L’LH elevato è un segno distintivo neuroendocrino della PCOS che deriva da una secrezione pulsatile rapida e persistente con un’ampiezza esagerata. La relazione in questo caso sta nella alterata maturazione e nell’invecchiamento prematuro degli ovociti oltre ad uno sviluppo disfunzionale dell’endometrio, secondario all’aumento anomalo dell’LH.

Se accade, come e quando accade

Un aborto spontaneo è una interruzione di gravidanza prima della 20a settimana, ma la maggior parte degli aborti spontanei, soprattutto nella PCOS, si verifica prima delle 10-12 settimane di gravidanza.

Molti aborti spontanei si verificano nelle prime settimane, prima ancora che tu sappia di sapere di essere incinta.

È una delle esperienze più traumatiche per le donne. Essere preparate all’eventualità di questo può renderti consapevole e preparata anche perché può essere “solo” una minaccia di aborto, e coglierne i segni e affinché tu possa andare dal medico il prima possibile può invertire la situazione e aiutarti a salvare la tua gravidanza.

In ogni caso, l’aborto, non si verifica nello modo in tutte le donne. Ci possono essere delle perdite di sangue dal marroncino a un liquido rosato. L’emorragia può iniziare con uno spotting leggero per poi passare a un flusso più consistente, di un paio di giorni, che può iniziare all’improvviso ed essere uno shock.

Se l’aborto spontaneo avviene prima delle quattro-cinque settimane di gravidanza, può sembrare semplicemente un ciclo mestruale pesante, senza coaguli.

Se invece l’aborto avviene dopo la sesta settimana, è più probabile che si formino dei coaguli e che siano presenti un feto e una placenta identificabili, che possono essere di colore grigiastro.

Non devi essere mai lasciata da sola in questo caso, rivolgiti al medico o al pronto soccorso immediatamente.

Come ridurre il rischio di aborto

Puoi fare molto di più di quanto immagini. Gestire la PCOS è possibile, sia nel breve che nel lungo tempo. Portarla in remissione, e anche gestirla nel momento della ricerca di una gravidanza, è possibile.

Primo: la PCOS richiede una gestione della produzione di insulina, indipendentemente dalla resistenza insulinica. Se la sensibilità all’insulina migliora, i livelli di LH si riducono, i livelli di progesterone aumentano e le probabilità di portare a termine la gravidanza sono maggiori. Uno studio clinico parla di riduzione del tasso di aborti spontanei dal 40% all’8%.

Occorre anche interpretare correttamente l’indicazione del medico a perdere peso. È senz’altro vero che l’obesità è collegata ad un maggior rischio di aborto e di complicazioni, ma la lettura corretta non è tanto legata al numero sulla bilancia, quanto all’iperinsulinemia.

La PCOS nella sua intensità di manifestazioni, non guarda in faccia alla bilancia e  l’iperinsulinemia è presente, così come l’iperandrogenismo, anche nelle donne magre. In questo contesto, il rischio è paragonabile.

La gestione dell’iperinsulinemia è fondamentale, e questa gestione deve partire dalle abitudini di vita, la dieta in primis, accompagnata eventualmente da insulino-sensibilizzanti di origine naturale o farmacologica.

MTHFR: una mutazione da indagare

È spesso correlata alla PCOS, nel contesto dell’inizio della gravidanza: una mutazione al gene che codifica per MTHFR, sebbene non ci sia una “prova” è descritto come un “forte fattore di rischio”.

La mutazione genetica al MTHFR (C677T) che arriva da entrambi i genitori, è correlata ad una probabilità tre volte maggiore di abortire rispetto alle donne con un gene normalmente funzionante.

Perché è pericolosa? Perché aumenta il livello dell’omocisteina nel sangue il che provoca la formazione di piccoli coaguli di sangue che impediscono l’arrivo di ossigeno e di sostanze nutritive dalla placenta la placenta e quindi al feto.

Controlla la tua tiroide

Da diversi anni i medici segnalano che le donne con livelli di tiroide anche non al di fuori dell’intervallo di riferimento, ma bassi, (ipotiroidismo subclinico, quando il TSH tende al valore più alto e gli ormoni tiroidei tendono al basso), sono a maggior rischio di aborto spontaneo.

Nel 2009, l‘American Thyroid Association (ATA) ha organizzato una task force per mettere a punto delle linee guida per la gestione delle patologie tiroidee in gravidanza. I ricercatori hanno formulato una raccomandazione secondo cui i livelli di TSH dovrebbero essere mantenuti tra 0,2 e 2,5 mU/L nel primo trimestre di gravidanza e tra 0,3 e 3 mU/L nei restanti trimestri.

Durante il primo trimestre, infatti, il feto dipende da te per l’apporto di ormoni tiroidei attraverso la placenta.
Intorno alla 12a settimana, la tiroide del bambino inizia a funzionare da sola, ma non produce abbastanza ormoni tiroidei fino alla 18a-20a settimana di gestazione.

Uno studio ha rilevato che se non trattate, il 60% delle donne ipotiroidee e il 71% delle donne con ipotiroidismo subclinico, non hanno portato avanti la gravidanza. Tuttavia, con la terapia adeguata (la levotiroxina in questo caso), il 100% delle donne palesemente ipotiroidee e il 90,5% delle donne subcliniche portavano a termine la gravidanza.

Attenta ai farmaci che assumi

Alcuni condizioni possono metterti in difficoltà, per cui è importante che al test di gravidanza positivo, tu possa confrontarti subito con il tuo medico:

  • Alcuni antidepressivi, gli SSRI, in particolare la paroxetina e la venlafaxina, sono stati associati a un rischio maggiore di aborto spontaneo.
  • Le donne che hanno un basso indice di massa corporea e sono sottopeso hanno il 72% di probabilità in più di subire un aborto spontaneo nei primi tre mesi di gravidanza. Una percentuale che si corregge immediatamente se viene seguita una nutrizione adeguata e bilanciata

Non eccedere con la caffeina e interrompi immediatamente il fumo e l’assunzione di alcool.

Sii positiva e prendi questa occasione per prenderti cura di te, e la tua gravidanza non potrà che essere uno dei periodi più belli della tua vita.

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Autore: Stefania Cattaneo

Sono Stefania Cattaneo e sono una biologa nutrizionista, appassionata di fotografia e di nutrizione applicata alle donne. Lavoro online, per arrivare a tutte le donne, in Italia e nel mondo, che soffrono di PCOS nelle sue varie forme di presentazione. In questo blog, farò del mio meglio per aumentare le tue conoscenze sulla PCOS, una condizione medica, difficile, complicata, delicata ma con la quale si può imparare a convivere. Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologici con numero d'iscrizione: AA_067629.