Tiroide e PCOS: amiche o nemiche?

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In che rapporti è la PCOS con la funzionalità della tiroide?

Un articolo, pubblicato quest’anno sul European Review for Medical and Pharmacological Sciences, evidenzia che PCOS e tiroidite (in particolare quella di Hashimoto) si associano nel 27% dei casi riportati, battendo di gran lunga l’incidenza nella popolazione generale, colpita solo per l’8%.

Perché è importante parlarne? Perché entrambi questi disturbi, PCOS e ipotiroidismo, sono associati a problemi di fertilità e disturbi mestruali: ciclo abbondante e irregolare, spotting intermestruale, ovulazione non efficace e proliferazione anomala del tessuto endometriale.

La tiroide e la sua azione

Situata nella parte inferiore del collo, la ghiandola tiroidea è responsabile dei processi metabolici dell’organismo, producendo e rilasciando due ormoni primari: T3 e T4. Quando la tiroide è in buona salute, gli ormoni T3 e T4, prodotti a partire dallo iodio e dalla tirosina, un aminoacido essenziale, viaggiano nel flusso sanguigno e aiutano le cellule a ricavare energia dal cibo consumato (questo è il significato dei processi metabolici). Gli ormoni tiroidei regolano anche la temperatura corporea e i livelli di calcio nel sangue, contribuendo alla crescita e allo sviluppo.

Cos’è la Tiroidite di Hashimoto

La tiroidite di Hashimoto è nota anche come tiroidite linfatica cronica ed è la causa più comune di ipotiroidismo. Può svilupparsi a qualsiasi età, ma è più comune nelle donne. Si manifesta quando il sistema immunitario dell’organismo attacca e distrugge lentamente la ghiandola tiroidea e la sua capacità di produrre ormoni (da qui la diminuzione dei livelli di T3 e T4). I sintomi possono essere: stanchezza, sonnolenza, depressione, stitichezza, pelle e/o capelli secchi, mestruazioni abbondanti e irregolari, intolleranza al freddo.

Si ritiene esistano cause genetiche, immunitarie ed ambientali ma sono 4 le teorie più accreditate:

Perché le donne con PCOS abbiano un rischio maggiore di soffrire anche di problemi della tiroide, soprattutto autoimmunitari, è ancora tutto da chiarire.

  1. Difetti genetici su alcune porzioni del DNA che regolano l’espressione e la produzione di proteine importanti per il funzionamento del sistema immunitario e recettori per gli ormoni sessuali. Questi difetti sono stati osservati sia nelle donne con PCOS che in chi ha la tiroidite di Hashimoto.
  2. Nelle fasi precoci dello sviluppo delle bambine, un eccesso di estrogeni potrebbe disturbare lo sviluppo del timo, un organo responsabile del corretto funzionamento del sistema immunitario durante tutta la vita. Questo meccanismo si è visto comune sia nella tiroidite che nella PCOS.
  3. Gli ormoni sessuali femminili sono connessi al funzionamento del sistema immunitario (noi donne abbiamo il 78% di probabilità in più, rispetto agli uomini, di soffrire di una malattia autoimmune). La PCOS è caratterizzata da alti livelli di testosterone, normali di estrogeni e bassi di progesterone. L’alto rapporto di estrogeni rispetto al progesterone potrebbe indurre una maggiore suscettibilità a sviluppare disturbi autoimmunitari. Gli androgeni sembrano essere protettivi, ma non abbastanza da contrastare il potente effetto degli estrogeni.
  4. La carenza da vitamina D. La vitamina D ha un benefico effetto protettivo sulle malattie autoimmunitarie e sui disordini metabolici oltre che mestruali e, se si è in carenza, si può sviluppare sia PCOS che tiroidite.

Cosa accade al tuo corpo quando hai sia di ipotiroidismo che di PCOS?

  • Innanzitutto l’insulino-resistenza impedisce la corretta trasformazione degli ormoni tiroidei nella forma attiva, il fT3.
  • Il TSH, l’ormone prodotto dall’ipofisi e che stimola la tiroide a funzionare, aumenta e, quando i suoi livelli sono alti, aumenta la produzione degli adipociti (cellule del grasso) e lo stato di infiammazione generale.
  • La leptina, ormone prodotto dal tessuto adiposo che segnala al cervello di avere riserve a sufficienza, induce un aumento della secrezione di TSH che fa ingrassare e così via. Si torna al solito circolo vizioso della PCOS.
  • L’ipotiroidismo può aumentare il testosterone diminuendo il livello di globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG), aumentando la conversione dell’androstenedione in testosterone ed estradiolo e riducendo l’eliminazione metabolica dell’androstenedione.

La soia fa male alla PCOS e alla tiroide?

La soia ti fa bene e, se ti piace, non temerla. Sia come legume che come derivato.

Se segui una terapia specifica per la tiroide, a base di levotiroxina, non bere latte di soia nelle due ore successive perché potrebbe ridurre l’assorbimento del farmaco. Controlla che latte o yogurt o altri derivati della soia non contengano zuccheri e che siano prodotti con pochi semplici ingredienti (aumenterebbero la secrezione di insulina) . Ricorda che latte di soia lo puoi fare anche tu a casa.

Nessun problema anche per i derivati di soia fermentata, tra cui il miso, il natto, il tempeh e la salsa di soia.

Cosa puoi fare per te e la tua tiroide:

  • Ricordati che la prima cosa da fare è parlare al medico dei sintomi e del desiderio di approfondire: sarà lui ad indirizzarti conoscendo la tua storia ed ascoltando i tuoi sintomi.
  • Fai attività fisica per combattere l’insulino-resistenza e migliorare la tua composizione corporea;
  • Evita diete troppo severe e soprattutto quelle mima-digiuno: provocano depressione, stanchezza, attacchi bulimici e sacrificano la massa muscolare. Nulla di più pericoloso per la tiroide!
  • Assumi alimenti ricchi di selenio, zinco e iodio: noci pecan, pesce e prodotti ittici sono utili per il benessere della tiroide ma attenzione a non eccedere con le dosi, ovviamente. 30-40g al giorno sono la porzione adeguata.
  • Limita il latte ed i derivati come formaggi: troppa insulina circolante non aiuta la tua tiroide a funzionare bene. Non temere la carenza di calcio: puoi integrarla bevendo un’acqua ricca di calcio biodisponibile.

Ricorda:

Nessun alimento rischia di rallentare la tiroide, nemmeno la verze, i broccoli, i cavoli, cavolini. Sebbene contengano delle sostante (tiocianati) che teoricamente possono ridurre l’attività della tiroide, quando mangiati crudi, in realtà non si raggiunge mai quantità tale di questi prodotti a porzione da rischiare nemmeno lontanamente di creare un danno o rallentare l’attività della ghiandola.

Mangia sano: evita i dolci e gli zuccheri semplici, ma anche porzioni troppo abbondanti di carboidrati (pane, pasta, riso e cereali anche integrali e legumi). Non esagerare con il glutine (ma mangialo se non sei celiaca) perché potrebbe ‘stancare’ la tua tiroide. Alcuni studi hanno osservato una correlazione fra eccesso di glutine e malattia autoimmunitarie. È controproducente eliminarlo completamente senza motivo ma ridurlo a porzioni contenute aiuterà la tua dieta ad essere varia e bilanciata.

Sii costante e pensa positivo, non ti scoraggiare ma “cura” il tuo corpo con uno stile di vita sano ed attivo.

Bibliografia

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Autore: Stefania Cattaneo

Sono Stefania Cattaneo e sono una biologa nutrizionista, appassionata di fotografia e di nutrizione applicata alle donne. Lavoro online, per arrivare a tutte le donne, in Italia e nel mondo, che soffrono di PCOS nelle sue varie forme di presentazione. In questo blog, farò del mio meglio per aumentare le tue conoscenze sulla PCOS, una condizione medica, difficile, complicata, delicata ma con la quale si può imparare a convivere. Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologici con numero d'iscrizione: AA_067629.

Leggi i commenti (2)

  1. Salve mi chiamo Manuela e da qualche anno ho scoperto di soffrire di PCOS..la ginecologa mi suggeriva sempre la pillola ma io ero contraria..poi sono andata da un dermatologo e mi ha detto che per curare efficacemente l’acne oltre a delle pomate dovevo prendere la pillola e ho deciso di prendere la jasmine..all’inizio mi faceva venire vampate e mal di testa poi ho notato che pian piano faceva effetto..per 7mesi ho fatto la cura ma mi ha “sistemato il viso” però mi ha fatto prendere dei chili..quindi ho deciso di sospenderla e adesso prendo delle bustine inofolic ma hanno effetto lento e adesso ho tantissima acne..non so più cosa fare.

    1. Cara Manuela, c’è da dire che l’integratore non ha la stessa potenza e efficacia di un farmaco come può essere un trattamento ad azione antiandrogenica (che riduca gli ormoni maschili). Abbina all’inofolic una dieta adeguata che controlli e riduca al minimo i latticini, spesso responsabili nel concorrere all’androgenismo, così come gli zuccheri rapidi e i grassi saturi provenienti dall’alimentazione.

      Per quanto riguarda l’acne, affidati a un’estetista esperta e competente in modo da provare a ridurre l’infiammazione cutanea. Se questo risulta più complesso, ricorri all’aiuto di un dermatologo che possa valutare la situazione e suggerire dei trattamenti farmacologici e non solo cosmetici per curare l’acne. Come ulteriore soluzione torna nuovamente dal ginecologo, considerando di scegliere una pillola diversa: ne esistono di nuova generazione che sono tollerante con più facilità dalle donne 😉