PCOS: guida alle analisi del sangue

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Come si interpretano le analisi del sangue quando si ha la PCOS? Certo, lo fa il medico che avendoti ascoltata, ti avrà prescritto le analisi giuste indagare esattamente il tuo caso e capire qualcosa in più di te. Ma prima di guardare su Google e spaventarti di quello che leggi, facciamo chiarezza insieme.

Ci sono frasi che ancora, troppo sovente, ascolto: “il dottore mi ha dato una terapia, solo dopo avermi fatto una ecografia: ha detto che ho la PCOS”.

La PCOS non si diagnostica così: non basta una ecografia per definirla. Non basta avere un aspetto ecografico delle ovaie anomalo (o magari solo temporaneamente diverso dagli standard) per definire la Sindrome dell’ovaio policistico. Senza contare le innumerevoli volte in cui, senza troppe spiegazioni abbiamo ricevuto dall’ecografista una definizione di ovaio multifollicolare, confondendola con PCOS.

Quindi, dare una terapia, ma prima ancora, fare una diagnosi di PCOS senza aver approfondito il quadro facendo le analisi giuste e quindi le giuste considerazioni e quando più di sbagliato di sia. Senza contare tutte le implicazioni psicologiche che questo comporta. Vale nella PCOS, così come in tutte le patologie mediche.

Ecografia sì per la diagnosi ma non per le adolescenti

La morfologia dell’ovaio policistico (PCOM) è stata inclusa nella diagnosi di PCOS nel 2003 nei criteri di Rotterdam, in cui si riferisce un ovaio PCOS-like quando ha 12 o più follicoli di 2-9 mm in tutto l’ovaio oppure un volume ovarico superiore ai 10 ml.

É una tecnica ottima, a casso costo e non invasiva ma che richiede una manualità e una esperienza che dipende dall’operatore, medico o tecnico ecografista. Non è possibile avere un referto obiettivo che possa essere confrontato con degli standard di riferimento. E non esistono nemmeno, se non le informazioni generiche di cui sopra, dei cut-off ben definiti tra quelle che sono da definirsi ovaie normali e quelle a morfologia alterata (PCOM), il che dipende della tecnica usata (ad esempio, transvaginale o esterna), dalla propria costituzione corporea e infine, estremamente importante, l’età della paziente.

Dalla pubertà alla menopausa, si verificano cambiamenti naturali nel numero di follicoli antrali e fino al 70% delle adolescenti presenta PCOM secondo i criteri originali. Tutte le adolescenti hanno la PCOS? Assolutamente no! Spesso le ovaie sono sanissime e devono trovare la loro strada di funzionamento che normalmente richiede un paio di anni dalla prima mestruazione. Prima di questo tempo, secondo le linee guida internazionali non si può porre una diagnosi definitiva di PCOS. In questo caso è opportuno mantenere un buon grado di osservazione della situazione, controllando lo stile di vita, fra alimentazione ed esercizio fisico.

Il termine “cistico”, che definisce il nome della sindrome, è un termine improprio che si riferisce a follicoli fermi nelle fasi di sviluppo che, anche nella PCOS più radicata, non sono mai delle vere e proprie cisti.

La diagnosi di PCOS richiede non solo la PCOM, ma anche caratteristiche di iperandrogenismo e/o un mal funzionamento delle ovaie. Infatti, secondo le Evidence-Based Guidelines nel 2023, nelle donne adulte, l’ecografia non è necessaria per la diagnosi di PCOS in chi presenta già caratteristiche di iperandrogenismo e disfunzione ovulatoria e che soddisfano già in questo modo criteri diagnostici della PCOS.

Per coloro che presentano una sola caratteristica diagnostica di PCOS, rimane la raccomandazione di utilizzare l’ecografia e di affidarsi al numero di follicoli per ovaio come criterio diagnostico chiave per la PCOM.

Quali analisi fare per arrivare alla diagnosi di PCOS?

Prima di tutto: non esista una lista definitiva, ma ogni condizione richiede una prima valutazione medica che ti indirizzi verso gli esami giusti. Anche se qui li descriveremo tutti (o quasi tutti), il medico prescriverà per te le analisi del sangue per valutare la tua specifica PCOS.

Che sia una PCOS più metabolica o più iperandrogenica o ginecologica in funzione del fenotipo che presenti o in funzione dell’obiettivo che hai (ricerca di gravidanza, capire perché il peso sale o non scende o ancora capire se è la PCOS la ragione della tua acne).

Questa guida ti aiuterà ad interpretare, in attesa del medico, quello che ti è stato prescritto.

Esami per valutare l’iperandrogenismo nella PCOS

  • Testosterone totale e libero: É il principale ormone maschile (androgeno) coinvolto nei sintomi della PCOS ed è prodotto dalle ovaie e dalle ghiandole surrenali. Si testa normalmente il testosterone totale che è più affidabile del testosterone libero perché la maggior parte (circa il 60%) è legato alle proteine di trasporto come la SHBG e l’albumina. La maggior parte dei valori di testosterone totale nella PCOS sarà superiore ai 50ng/dL ma non oltre i 150 ng/dL.Per determinare il valore del testosterone libero (free-testosterone che è la parte attiva, libera di agire e dare i sintomi di iperandrogenismo) si valuta il testosterone totale e si sottrae la quota di testosterone legato alla proteina di trasporto SHBG (la parte legata all’albumina è costante). Accertati con il tuo medico e con il laboratorio che ti farà l’analisi che il test sia eseguito con la tecnica della spettrometria di massa tandem (LC-MS/MS) per avere una alta precisione, perché il dosaggio diretto è una tecnica di scarsa affidabilità.
  • SHBG: è la proteina legante gli ormoni sessuali e controlla la quantità di testosterone (e di estrogeni) che i tessuti riceveranno. La SHBG è prodotta principalmente nel fegato, ma anche in quantità minori nei testicoli, nel cervello, nell’utero, nella placenta, dal tessuto mammario e nelle ovaie. Bassi livelli di questa proteina sono correlati ad alti livelli di testosterone libero ed sono associati ad insulino-resistenza. Gli intervalli di normalità variano fra laboratori e in generale per le donne fra i 18 e i 45 anni, sono 18-144 nmol/L, nelle donne con PCOS, il valore è verso il limite inferiore.
  • 4-Androstenedione: Il delta 4-androstenedione è un ormone secreto nel plasma dalle ghiandole surrenali e dalle ovaie. È un intermedio biochimico della produzione di estrogeni e testosterone, di cui è responsabile di circa la metà del testosterone totale. Viene prodotto con un ritmo circadiano e la sua produzione è più bassa al mattino ed ha un massimo intorno alle 18.00.  Nelle donne con PCOS il valore è verso il riferimento maggiore della normalità di 75-205 ng/dL o 2.6-7.2 mmol/L a seconda dell’unità di misura utilizzata.
  • DHEA-solfato: È un androgeno convertito in testosterone nel tuo corpo. se è alto il tuo iperandrogenismo non dipende dalle ovaie ma dall’iperfunzionalità delle ghiandole surrenali. I valori di DHEA-S possono essere normali o leggermente elevati nella PCOS. È normale che le donne abbiano livelli di DHEA-S compresi tra 35 e 430 ug/dl. La maggior parte delle donne con PCOS tende ad avere livelli di DHEA-S superiori a 200 ug/dl.

Ricorda che questi test vanno eseguiti dopo aver sospeso la pillola estroprogestinica da almeno 3 mesi, questi test non danno nessuna indicazione specifica se effettuati in corso di terapia ormonale.

Esami per valutare lo stato metabolico e l’IR nella PCOS

Non rientra nei criteri diagnostici della PCOS ma una valutazione del quadro metabolico è molto importante per chiarire il quadro metabolico della sindrome, indipendentemente dal peso e dalla sintomatologia nel suo complesso.

  • Glicemia basale: è il test che misura il livello di zuccheri nel sangue, a digiuno. i livelli ideali sono compresi fra 70 e 99 mg/dL. Il diabete viene diagnosticato con livelli superiori ai 126 mg/dL.
  • Insulinemia basale: può essere valutata da sola o come parte iniziale del test OGTT. Se valuta ogni 6 mesi da una buona indicazione sull’efficacia della dieta e dei farmaci come la metformina. È un test che richiede che il campione di sangue sia congelato subito dopo il prelievo e che rimanga congelato fino a quanto non verrà analizzato, perchè l’insulina è molto instabile. Assicurati che per l’insulina sia usata una provetta a parte, altrimenti il test sarà non attendibile.
  • OGTT: il test di tolleranza al glucosio orale (75g) di 2 ore può essere un predittore di IR migliore del glucosio a digiuno, ed è estremamente utile per monitorare il quadro metabolico e per classificare il rischio di diabete di tipo 2 nelle donne con PCOS, il che può influenzare le decisioni terapeutiche. I valori normali sono ricavati per la diagnosi del diabete non della IR, al momento. Normale: glucosio nelle 2 ore <140 mg/dL; Tolleranza al glucosio compromessa: glucosio nelle 2 ore 140-199 mg/dL; Diabete: glucosio nelle 2 ore ≥200 mg/dL
  • Emoglobina glicata (HbA1c): Misura la media delle glicemia nei tre mesi precedenti all’esame. I livelli ottimali sono inferiore al 5.7%. La condizione di prediabete si insinua fra valori di 5.7 e 6.4% e il diabete conclamato ha valori superiori al 6.5%.

Esami per valutare l’ovulazione nella PCOS

  • LH e FSH: LH svolge un ruolo determinante nello sviluppo e nel rilascio dell’ovulo e l’FSH della sua maturazione. Sia l’LH che l’FSH sono secreti dall’ipofisi nel cervello. All’inizio del ciclo, i livelli di LH e FSH variano solitamente tra circa 5-20 mlU/ml. La maggior parte delle donne ha una quantità di LH e FSH pari all’inizio del ciclo. Tuttavia, si verifica un picco di LH, in cui la quantità di LH aumenta fino a circa 25-40 mlU/ml 24 ore prima dell’ovulazione. Una volta che l’ovulo viene rilasciato dall’ovaio, i livelli di LH tornano a scendere. Sebbene molte donne affette da PCOS abbiano ancora LH e FSH nell’intervallo 5-20 mlU/ml, il loro livello di LH è spesso due o tre volte superiore a quello di FSH. Ad esempio, è tipico delle donne con PCOS avere un livello di LH di circa 18 mlU/ml e un livello di FSH di circa 6 mlU/ml (puoi notare che entrambi i livelli rientrano nell’intervallo normale di 5-20 mlU/ml). Questa situazione si chiama rapporto elevato tra LH e FSH o rapporto 3:1. Questa variazione del rapporto tra LH e FSH è sufficiente a inibire l’ovulazione. Se un tempo questo aspetto era considerato importante per la diagnosi di PCOS, oggi è considerato meno utile per la diagnosi di PCOS, ma è ancora interessante quando si esamina il quadro generale.
  • Progesterone: Il progesterone viene prodotto dal corpo luteo dopo l’ovulazione e aiuta a preparare l’utero alla gravidanza. Per le donne affette da PCOS, in particolare per quelle che stanno cercando una gravidanza utilizzando farmaci per la fertilità, i livelli di progesterone vengono controllati circa 7 giorni dopo che si ritiene sia avvenuta l’ovulazione. Se il livello di progesterone è alto (di solito superiore a 14 ng/ml) significa che l’ovulazione si è effettivamente verificata e l’ovulo è stato rilasciato dall’ovaio. Se il livello di progesterone è basso, probabilmente l’ovulo non è stato rilasciato. Questo test è particolarmente importante perché a volte le donne affette da PCOS possono avere alcuni segnali che indicano l’avvenuta ovulazione, ma quando si esegue il test del progesterone si scopre che l’ovulazione non si è verificata. In questo caso, è possibile che si stia producendo un follicolo e si stia preparando all’ovulazione, ma per qualche motivo l’ovulo non sia stato effettivamente rilasciato dall’ovaio. Questa informazione aiuta il medico a regolare i farmaci per la fertilità per il ciclo successivo.
  • Estrogeno: L’estrogeno è un ormone femminile secreto principalmente dalle ovaie e in piccole quantità dalle ghiandole surrenali. L’estrogeno più attivo nel corpo è chiamato estradiolo. Una quantità sufficiente di estrogeni è necessaria per generare il corpo luteo che produce progesterone e promuovere le mestruazioni. Di solito nella PCOS i livelli di estrogeni rientrano nell’intervallo di normalità (circa 25-75 pg/ml). Ciò può essere dovuto al fatto che gli elevati livelli di insulina e di testosterone presenti nelle donne con PCOS vengono talvolta convertiti in estrogeni.
  • AMH: è un polipeptide della famiglia del fattore di crescita trasformante beta (TGF-B) secreto esclusivamente dalle cellule della granulosa dei follicoli ovarici preantrali e antrali piccoli. I livelli sierici di AMH sono significativamente più alti nelle donne con PCOS rispetto alle donne con ovulazione normale. Alcuni studi raccomandano di utilizzare un livello di ormone anti-mülleriano (AMH) superiore a 3,8-5 ng/mL per diagnosticare la PCOS.

Esami per valutare il profilo lipidico nella PCOS

Esiste un legame tra la PCOS e le malattie cardiache, soprattutto nella gestione della sindrome nel lungo periodo. Le donne con PCOS hanno una maggiore tendenza ad avere il colesterolo alto (superiore ai 200mg/dl), un importante fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiache. Il colesterolo è una sostanza grassa normalmente utilizzata dall’organismo per formare le membrane cellulari e alcuni ormoni. Inoltre, poiché i livelli di colesterolo buono (lipoproteine ad alta densità o HDL) e di colesterolo cattivo (lipoproteine a bassa densità o LDL) sono talvolta più indicativi del rischio di sviluppare una malattia cardiaca, è importante valutare anche questi livelli.

Le donne con PCOS tendono ad avere meno colesterolo HDL e più colesterolo LDL. Inoltre, i livelli di trigliceridi, un altro componente del colesterolo, tendono a essere elevati nelle donne con PCOS, il che contribuisce ulteriormente al rischio di malattie cardiache e sovraccarico del pancreas. Anche se forse il tuo medico non controllerà i livelli di colesterolo al momento della diagnosi di PCOS, è bene controllarli periodicamente.

  • Livelli ideali di trigliceridi: sotto i 150 mg/dl
  • Livello ideale di colesterolo LDL: inferiore ai 100 mg/dl
  • Livello ideale di colesterolo HDL: superiore ai 55 mg/dl
  • Livello ideale di colesterolo totale: inferiore ai 200mg/dl

Altri esami per escludere la PCOS

  • TSH:  è l’acronimo di Thyroid Stimulating Hormone (ormone stimolante della tiroide) ed è prodotto dalla tiroide. Le donne con PCOS hanno di solito livelli normali di TSH (0,4-3,8 uIU/ml). Il TSH viene controllato per escludere altri problemi, come una tiroide ipo o iperattiva, che spesso causano mestruazioni irregolari o assenti e anovulazione.
  • Transaminasi: controllare i livelli di AST e ALT è importante per valutare la funzionalità del fegato. Alti livelli di questi enzimi indicano un presenza di NALFH (steatosi epatica non alcolica), molto frequente nelle donne con PCOS. Molti farmaci e integratori passano dalla metabolizzazione di questo organo, una periodica valutazione permette di valutarne il benessere.
  • Cortisolo: il test urinario sulle 24 ore rientra nelle valutazioni di esclusione della PCOS verso la sindrome di Cushing. Livelli elevati di cortisolo si sono registrati anche in donne con PCOS che hanno una forma lieve di Cushing. Se il test viene fatto sul sangue, l’interpretazione nelle pazienti che assumono contraccettivi orali è problematica, poiché la globulina legante il cortisolo può essere aumentata, innalzando falsamente i valori (è particolarmente importante che i contraccettivi orali vengano sospesi prima di eseguire il test dinamico).
  • Prolattina:  è un ormone ipofisario che stimola e sostiene la produzione di latte nelle madri che allattano. I livelli di prolattina sono di solito normali nelle donne con PCOS, generalmente inferiori a 25 ng/ml. Tuttavia, è importante verificare la presenza di livelli elevati di prolattina per escludere altri problemi, come un tumore ipofisario, che potrebbero causare i sintomi simili alla PCOS.
  • Vitamina D: i livelli ottimali di vitamina D sono compresi fra i 30 e i 50 ng/dL
  • PCR: questo indicatore è un ottimo marker dell’infiammazione cronica e di basso grado nella PCOS. I livelli ottimali sono inferiori a 3 mg/L.
  • Vitamina B12i valori ottimali sono superiori ai 600 pg/ml
  • HCG: sei il test è positivo significa che sei incinta!
  • 17-OHP (idrossi progesterone): questo test viene incluso per escludere l’iperplasia congenita surrenalica dalla PCOS.

Infine, è importante che tu sappia, poiché gli intervalli “normali” variano notevolmente per alcuni ormoni (soprattutto perché ogni laboratorio stabilisce i propri valori “normali” per questi ormoni), alcune donne con PCOS hanno livelli ormonali che sembrano rientrare nell’intervallo “normale”, ma soffrono comunque di sintomi molti invalidanti. Questo vale soprattutto per i livelli di testosterone, DHEA-S e LH.

Sappi che piccoli cambiamenti nei livelli ormonali possono causare grandi cambiamenti, sia nel senso del peggioramento sintomatico che nella remissione.

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Autore: Stefania Cattaneo

Sono Stefania Cattaneo e sono una biologa nutrizionista, appassionata di fotografia e di nutrizione applicata alle donne. Lavoro online, per arrivare a tutte le donne, in Italia e nel mondo, che soffrono di PCOS nelle sue varie forme di presentazione. In questo blog, farò del mio meglio per aumentare le tue conoscenze sulla PCOS, una condizione medica, difficile, complicata, delicata ma con la quale si può imparare a convivere. Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologici con numero d'iscrizione: AA_067629.