PCOS: più vitamina D per tutte

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È una delle vitamine più di discusse e più chiacchierate degli ultimi tempi, soprattutto per le donne con la PCOS. Non si fa altro che parlare di quanto se ne debba assumere visto che in passato non la si riteneva così determinante. Ora la ricerca ha portato sviluppi davvero interessanti. Di cosa sto parlando? Di vitamina D.

Il 67-85% delle donne affette da PCOS presenta livelli inadeguati di vitamina D, quindi l’integrazione di vitamina D è raccomandata a tutte.

Cos’è la Vitamina D

Con il nome di vitamina D si intende non una sola vitamina, ma un gruppo di 5 vitamine (che qualcuno definisce pro-ormoni) fondamentali per il benessere delle ossa, della pelle e dei muscoli. 

La D2 o ergocalciferolo, di origine vegetale, e la D3 o colecalciferolo è sintetizzata dal nostro corpo, sono le principali. Entrambe sono le forme biologicamente attive, ma la prima che è simile alla D3, che è spesso usata per realizzare integratori alimentari, non è pienamente efficace per aumentare i livelli di vitamina D nel nostro corpo, perché non funzionale così bene per le nostre esigenze.

Conosciamo più a fondo la vitamina D3

Quando di parla di “Vitamina D” si dovrebbe parlare di lei, della D3, e dei suoi derivati, perché è l’unica forma attiva nel nostro corpo. Noi produciamo vitamina D3 quando i raggi solari attivano una sostanza che si trova nella nostra epidermide, stimolando i cheratinociti. Il processo è piuttosto complesso, ancora in fase di approfondimento, ma quello che è certo è che quando i raggi UV del sole, colpiscono la nostra pelle, allora il 7-deidrocolesterolo viene convertito prima in previtamina D3 che si converte poi in colecalciferolo nel giro di circa 3 giorni. Questa è la forma di cui dobbiamo controllare i livelli nel nostro corpo. 

Di per sé la vitamina D3 così com’è, ha una scarsa attività biologica: servono alcune reazioni successive, prima nel fegato (e diventa 25-idrossivitamina D) e infine nei reni (che diventa 1,25-diidrossivitamina D), per renderla biologicamente utile al nostro corpo.

D’estate fino al 90% della vitamina D3 del nostro corpo deriva da questa auto-produzione, durante l’inverno è cruciale l’assunzione da farmaci o integratori specifici, e in parte anche attraverso gli alimenti.

Come valutare la carenza di vitamina D?

Non potrai accorgerti di essere in carenza se non attraverso un esame del sangue. Sentirai sintomi generici, se ne sei carente. Nulla di particolarmente invalidante: muscoli-scheletrici non troppo forti, debolezza, stanchezza, pelle un po’ secca, unghie e capelli fragili, smalto dentale debole. O magari lo scoprirai per puro caso, quando farai un esame del sangue di routine.

Tieni presente che le ricerche hanno evidenziato che chi è in sovrappeso dispone di una quota più bassa di vitamina di libera e attiva perché essendo una molecola liposolubile tende ad essere sequestrata dal tessuto adiposo. Questo non la rende disponibile alle esigenze dell’organismo.

Con l’esame del sangue si valuta il pool di metaboliti della vitamina D3 (io per semplificare parlerò di vitamina D da qui in avanti) e se è inferiore ai 30 ng/ml allora è il caso di chiedere al medico un supporto integrativo e tu ti dovrai impegnare a stare un po’ di più al sole. Ti farà bene.

A cosa serve?

L’elenco è lungo, ma ti farà capire quanto stare all’aria aperta e non sempre e solo chiusi in una stanza per studiare o stressarti in ufficio, sia davvero utile a stare bene.

La vitamina D:

  1. Favorisce l’assorbimento di calcio e fosforo, per rendere le nostre ossa più forti e più sane. Senza questa vitamina si rischia la debolezza ossea e l’osteoporosi;
  2. Consente il corretto funzionamento dei muscoli perché l’equilibrio del calcio (di cui la vitamina D favorisce l’assorbimento da reni ed intestino), consente una adeguata contrazione muscolare;
  3. Favorisce il benessere del sistema immunitario, contrastando infezioni ed infiammazioni ed abbassa l’infiammazione;
  4. È necessaria per le attività cerebrali e protegge i neuroni;
  5. Stabilizza il tono dell’umore. Non sei anche tu più felice se fuori c’è il sole?
  6. Ha un potenziale effetto di prevenzione di cancro al seno e al colon. Ancora non se ne conoscono i meccanismi effettivi, ma alcuni studi hanno evidenziato che livelli ottimali di vitamina D sono correlati ad una maggiore capacità di guarigione;
  7. Riduce il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e fa funzionare meglio il metabolismo cellulare e di tutto l’organismo. 

Vitamina D e PCOS

Ma perché parliamo di vitamina D qui? Qual è la relazione con la PCOS?

La vitamina D è stata presa in considerazione, sotto questo aspetto, da pochi anni quindi le ricerche sono parziali. Però si sa questo: che le donne in età riproduttiva spesso soffrono di una significativa carenza di vitamina D, soprattutto se sono sovrappeso, se il loro stile di vita non è sano e soprattutto se non si espongono al sole. Inoltre è stato che la questa vitamina è coinvolta nella modulazione e nel corretto funzionamento del sistema riproduttivo sia femminile che maschile.

Alcuni dati importanti: nel 2011 una ricerca ha dimostrato che l’assunzione di 20000UI di vitamina D a settimana, ha regolarizzato il ciclo mestruale in donne con PCOS e una buona percentuale aveva avuto una gravidanza naturale.

Nel 2012 uno studio clinico ha valutato che livelli di vitamina D inferiori 10 ng/ml sono associati ad una riduzione del 67% dello sviluppo dei follicoli e una riduzione del 76% della possibilità di gravidanza.

Poiché gli effetti fisiologici della vitamina D agiscono contemporaneamente o in cooperazione con il progesterone, la vitamina D è considerata un ormone steroideo con attività simile al progesterone. La vitamina D3 svolge un ruolo significativo nel promuovere la recettività endometriale. Inoltre, favorisce l’impianto e l’avanzamento della gravidanza attraverso vie simili a quelle del progesterone, creando una sostanziale sinergia d’azione. Pertanto, l’importanza della vitamina D è evidente a partire dalla fase luteale.

La vitamina D regola anche lo sviluppo follicolare influenzando i segnali dell’ormone antimülleriano (AMH), la sensibilità ovarica all’ormone follicolo-stimolante (FSH) e la produzione di progesterone nelle cellule della granulosa delle ovaie.

La vitamina D quindi svolge un ruolo significativo nell’ovulazione nella PCOS. Uno studio ha rilevato che i livelli di vitamina D sono un fattore predittivo indipendente della efficacia dell’ovulazione. Secondo i risultati di uno studio randomizzato, la probabilità di ovulazione è correlata ai livelli di vitamina D nella PCOS, con una probabilità del 68% al di sotto di 20 ng/mL, del 77% tra 20-30 ng/mL e del 78% al di sopra di 30 ng/mL.

La vitamina D è presente nei protocolli di stimolazione IVF. I livelli di vitamina D sono correlati alle percentuali di successo: uno studio dimostra che ogni aumento di nmol/L del contenuto di vitamina D nel liquido follicolare aumenta la probabilità di gravidanza del 2,4%, indipendentemente dall’età, dall’indice di massa corporea (BMI), dall’etnia e dal numero di trasferimenti di embrioni. È stato anche riscontrato che sia l’impianto che l’instaurarsi della gravidanza sono significativamente più alti nelle pazienti con livelli normali di vitamina D rispetto a quelle con livelli ridotti di vitamina D (<20 ng/mL 25(OH)-vitamina D).

Anche gli aspetti metabolici della PCOS sono stati correlati ad un basso livello di vitamina D3: una integrazione adeguata di vitamina D è in grado di migliorare i quadro lipidico riducendo colesterolo e trigliceridi, oltre che riduzione della pressione arteriosa e della circonferenza addominale.

Anche la sensibilità all’insulina migliora, nelle donne che presentavano una severa carenza. Studi controllati randomizzati hanno suggerito che l’integrazione regolare di basse dosi di vitamina D (< 4000 UI/d) nelle pazienti con PCOS o il consumo di vitamina D come co-supplemento migliora le concentrazioni di glucosio a digiuno e la sensibilità all’insulina, nonché l’indice HOMA-IR.  

E degli ormoni maschili? Anche in questo si sono ottenuti significativi miglioramenti: vitamina D e calcio sono stati correlati ad una riduzione del testosterone totale e dell’androstenedione, il che si traduce in una riduzione dell’acne, un miglioramento della qualità della pelle e dell’irsutismo.

Per riassumere:

Se hai adeguati livelli di Vitamina D:

  1. Avrai una protezione ed effetti benefici sul metabolismo e sulla salute del tuo sistema riproduttivo;
  2. Ridurrai il dolore da ciclo;
  3. Preserverai la tua riserva ovarica di follicoli;
  4. Se ti stai sottoponendo ad una trattamento di fecondazione in vitro avrai migliori probabilità di successo.

Si può andare in eccesso di Vitamina D?

Ovvero, non vale il concetto: più ce n’è meglio è. Il superamento di una certa concentrazione nel sangue (6-8000 UI, cioè unità internazionali) potrebbe facilitare l’insorgenza di effetti avversi. Il rischio di intossicazione da vitamina D è molto raro, ma non impossibile.

Si può verificare in caso di uso inappropriato dei supplementi, ovvero dosaggi molto elevati e per molto tempo. I sintomi classici in questo caso sono: disturbi gastrointestinali (vomito e diarrea), perdita dell’appetito, vertigini, allucinazioni, calcoli e altri danni a carico del rene, aumento della pressione arteriosa e alterazioni a carico del cuore.

Cosa fare?

La prima tappa è verificare i livelli di vitamina D, parlando con il tuo medico della tua intenzione di capire di più. Poi:

  1. Esci dalla tua stanza, dal tuo ufficio e stai all’aria aperta, almeno mezz’ora al giorno: gli impegni posso aspettare perché la tua salute è più importante.
  2. Esponiti al sole ma non esagerare. Il sole fa bene, i raggi solari UV sono salutari, ma possono provocare scottature e metterti a rischio di patologie della pelle. Considera che l’OMS ha stabilito che sono sufficienti 30 minuti al giorno per produrre una adeguata quantità di vitamina D, tendendo scoperte braccia e viso, sia d’inverno che d’estate. Quindi non occorre fare la lucertola a tutti i costi! La pelle non deve arrossarsi né tanto meno bruciarsi. La crema solare protettiva va sempre messa ma crea una giusta barriera, ma un po’ di impedimento alla produzione di vitamina D. Scegli quella adeguata al tuo fototipo, ma prova a stare senza crema per 10-15 minuti (non nelle ore più calde e centrali della giornata), così da attivare il processo poi spalmati senza timore di non produrre la tua vitamina.
  3. Sdoganiamo il mito che per fare il pieno di calcio e vitamina D occorre mangiare formaggio e latte tutti i giorni. No, non è l’unica fonte di questi elementi. Questi alimenti fanno ingrassare e non sono adeguati alla PCOS, soprattutto se assunti tutti i giorni. Sai dove puoi trovare quello che ti serve? Nel pesce azzurro (e anche nel tremendo olio di fegato di merluzzo…che fortunatamente si trova anche in perle insapori), nelle uova (in particolare nel tuorlo), nella frutta secca oleosa (mandorle, noci, nocciole, pinoli, ecc.), nell’avocado, nell’alga spirulina e nei funghi shiitake. Considera i formaggi solo un paio di volte a settimana, nella porzione giusta e preferendo il Parmigiano Reggiano come prima scelta.

E quando i livelli sono molto bassi assumi un integratore specifico, facendoti consigliare dal tuo medico o da chi ti segue con il programma nutrizionale. Mantenere adeguati livelli di vitamina D nel tuo corpo fa bene alla tua salute ed al tuo sorriso.

Bibliografia

Autore: Stefania Cattaneo

Sono Stefania Cattaneo e sono una biologa nutrizionista, appassionata di fotografia e di nutrizione applicata alle donne. Lavoro online, per arrivare a tutte le donne, in Italia e nel mondo, che soffrono di PCOS nelle sue varie forme di presentazione. In questo blog, farò del mio meglio per aumentare le tue conoscenze sulla PCOS, una condizione medica, difficile, complicata, delicata ma con la quale si può imparare a convivere. Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologici con numero d'iscrizione: AA_067629.

Leggi i commenti (2)

    1. Grazie di cuore! 🙂
      Speriamo possa essere utile a tutte le nostre lettrici.