AMH, PCOS e fertilità: qual è la correlazione?

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L’AMH, o ormone Anti Mulleriano, può essere utile nella valutazione e nella diagnosi della PCOS e della fertilità. Quindi, capiamo perché è importante che il medico includa questo parametro fra i tuoi esami del sangue.

Cos’è l’AMH?

L’ormone Anti Mulleriano (AMH), scoperto nel 1940, è una glicoproteina prodotta dai follicoli nelle ovaie. Appartiene alla famiglia del TGFβ e svolge un ruolo importante nella differenziazione sessuale, nelle prime fasi della vita fetale, e nella regolazione della follicologenesi.

L’espressione dell’AMH si ha dalle cellule della granulosa dell’ovaio, in particolare dai follicoli antrali primari, secondari e da quelli di piccole dimensioni (<4 mm di diametro), mentre non se secernono i follicoli più grandi (>8 mm di diametro).

Quindi, più follicoli antrali nei primi stai della maturazione ci sono, più alti sono i livelli di AMH.

I livelli di AMH aumentano durante l’età riproduttiva (dando quella che viene chiamata “una normale riserva ovarica”), raggiungono il picco intorno ai venticinque anni e iniziano a diminuire verso i trent’anni fino alla menopausa.

tratto da Mala S. Sivanandy et al. The Role of Serum Anti-Mullerian Hormone Measurement in the Diagnosis of Polycystic Ovary Syndrome. Diagnostics (Basel) 2023 Mar; 13(5): 907

Oltre che dalla menopausa, l’AMH si abbassa per via di malattie croniche (tra cui l’ipotiroidismo), per caratteristiche ereditarie, a causa dell’endometriosi, dell’amenorrea ipotalamica (quando le mestruazioni si interrompono a causa di un problema dell’ipotalamo) o da fattori legati allo stile di vita, come il fumo.

Come interpretare il risultato del test

L’AMH aiuta a prevedere il numero di ovuli disponibili ad essere fecondati (la riserva ovarica).

Un AMH più basso non significa automaticamente che una persona non possa rimanere incinta e non è un indicatore per l’infertilità, ma potrebbe significare che sono rimasti meno follicoli non sviluppati, il che significa che c’è meno tempo per concepire prima della menopausa.

L’AMH elevato non è un buon indicatore della riserva ovarica, ma è una delle caratteristiche della PCOS, che può presentarsi in modo diverso da donna a donna, ma che in generale è caratterizzata da un numero di follicoli superiore al previsto che non si sviluppano in ovuli maturi e vitali per essere fecondati.

AMH e PCOS

La connessione tra AMH e PCOS è complessa, ma gli studi dimostrano che le donne con PCOS possono avere un livello di AMH aumentato fino a quattro volte il valore “normale” per l’età.

La ricerca ha anche scoperto che le ovaie delle donne con PCOS che non hanno le mestruazioni secernono AMH fino a 75 volte superiore rispetto ai controlli e può essere considerato un fattore che contribuisce all’infertilità e all’iperandrogenismo nelle pazienti con PCOS.

Ricerche più recenti hanno dimostrato che l’AMH può far maturare gli ovuli troppo rapidamente durante il ciclo e contribuire ai numerosi sintomi della PCOS.

Non tutte le persone affette da PCOS hanno un AMH elevato perché non tutte hanno follicoli antrali più alti del previsto. D’altra parte, un AMH elevato potrebbe essere utile se una persona ha difficoltà a rimanere incinta e non soddisfa i criteri diagnostici di Rotherham 2003.

AMH nella diagnosi della PCOS in adolescenza

Sulla base dei criteri di Rotterdam, devono essere presenti almeno 2 di queste 3 caratteristiche cliniche:

  1. Oligo- o anovulazione,
  2.  Segni clinici o biochimici di iperandrogenismo e
  3. Ovaie aumentate di volume o con più di 10-12 follicoli, dall’aspetto policistico,

con l’esclusione di altre eziologie (iperplasia surrenale congenita, tumori secernenti androgeni, sindrome di Cushing).

Le donne con PCOS possono avere diverse forme di presentazione (fenotipi) della PCOS ognuna con caratteriste proprie, differente terapia perché ci sarà una probabile una diversa evoluzione nel tempo.

L’ecografia, insieme ad altri esami del sangue, chiarisce e definisce il quadro clinico e questo insieme di accertamenti è necessario al medico per fare la diagnosi di PCOS. Un volume ovarico superiore a 10 mL e la presenza di 12 follicoli di 2-9 mm rappresentano la tipica morfologia dell’ovaio policistico (PCOM) secondo i criteri diagnostici di Rotterdam.

In questo contesto, fare diagnosi di PCOS è difficile tra le adolescenti e le donne in menopausa è molto complesso. La morfologia dell’ovaio è diversa confrontata al periodo fertile ed esce dall’inquadramento dei criteri, quindi l’AMH pare avere una sensibilità maggiore rispetto alla conta dei follicoli antrali.

In ogni caso, al momento l’AMH non vien usato nella diagnostica delle adolescenti per via della sua grande variabilità e la suscettibilità a vari fattori che potrebbero rendere questo valore inattendibile in questo momento della vita.

Qual è il valore di AMH legato alla PCOS?

Alcuni studi hanno raccomandato che un livello di AMH superiore a 3,8-5 ng/mL può essere utilizzato come fattore diagnostico per la PCOS, e hanno suggerito di utilizzare i criteri di Rotterdam e i livelli di AMH contemporaneamente per una diagnosi precoce e accurata, soprattutto nelle adolescenti.

AMH e fertilità

Un basso livello di AMH non significa necessariamente infertilità. Infatti, uno studio condotto su donne asopra i 40 anni, con bassa riserva ovarica non ha riscontrato alcuna differenza nella capacità di rimanere incinta e nel tempo necessario per farlo, rispetto alle donne con livelli normali di AMH.

D’altro canto, un AMH elevato può indicare altri problemi di fertilità, forse legati a problemi di ovulazione.

In uno studio, le donne con PCOS a cui sono stati somministrati farmaci per indurre l’ovulazione hanno avuto bisogno di dosi maggiori per avviare l’ovulazione se i loro livelli di AMH erano più alti. Anche in questo caso, ciò potrebbe essere legato al fatto che l’AMH accelera la maturazione degli ovuli.

Livelli più elevati di AMH sono anche associati a una diminuzione dello spessore dell’endometrio, che secondo i ricercatori potrebbe spiegare in parte perché alcune persone con PCOS hanno difficoltà a rimanere o rimanere incinte.

Come ridurre l’AMH?

Poiché l’AMH elevato è collegato alla PCOS e a problemi di fertilità, è essenziale intervenire sull’equilibrio ormonale. Un modo per farlo è l’integrazione, in un contesto di dieta sana e stile di vita attivo. Sebbene non vi siano molte ricerche sull’uso di integratori per ridurre o gestire l’AMH, ci sono alcune prove che alcuni nutrienti possono aiutare.

Oltre alla metformina e alla cannella in estratto secco, altri elementi possono dare una mano.

In uno studio, le donne affette da PCOS a cui è stato somministrato per tre mesi un integratore contenente acidi grassi omega-3, il selenio, la vitamina E e il Coenzima Q10, hanno ridotto significativamente i livelli di AMH.

Inoltre:

  • Vitamina D: è una vitamina liposolubile che aiuta a regolare gli ormoni, ma le persone affette da PCOS hanno spesso livelli più bassi di vitamina D che i ricercatori collegano a disturbi del ciclo, insulino-resistenza e androgeni elevati. I recettori della vitamina D sono presenti in tutto il corpo, compresi gli organi riproduttivi, il che suggerisce il suo ruolo nella fertilità.
  • Melatonina: è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale che aiuta a regolare il ciclo sonno-veglia e altri processi biologici. Viene spesso assunta come aiuto per il sonno, ma può anche avere proprietà antinfiammatorie. Un piccolo studio ha rilevato che quando le donne affette da PCOS hanno assunto melatonina per sei mesi, i livelli di AMH sono scesi insieme ai livelli di testosterone in un range normale e i cicli mestruali si sono normalizzati. Si tratta solo di uno studio, ma è promettente.
  • Inositolo: può sostenere la funzione ovarica, la qualità degli ovuli e il ciclo mestruale e può anche contribuire a ridurre i livelli di AMH. Uno studio condotto su donne affette da PCOS che hanno assunto il myo-inositolo insieme all’acido folico ha rilevato che abbassava l’AMH e riduceva i follicoli antrali meglio degli anticoncezionali, che di solito vengono prescritti per gestire la PCOS. Nel rapporto 40:1, dimostrato clinicamente, per favorire la funzione ovarica, la qualità degli ovuli e la regolarità del ciclo mestruale.

In più, è efficace fare esercizio fisico di bassa intensità (quindi si parla di esercizio fisico aerobico) e fatto con costanza nei giorni della settimana. Una review del 2022 ha valutato che allenarsi costantemente per almeno 12 settimane, oltre al riequilibrio ormonale e metabolico, riduce l’espressione dei livelli di AMH nelle donne con PCOS. L’esercizio fisico nelle pazienti con BMI ≤ 25 kg/m2 riduce il livello di AMH fino a 0,55 ng/ml.

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Autore: Stefania Cattaneo

Sono Stefania Cattaneo e sono una biologa nutrizionista, appassionata di fotografia e di nutrizione applicata alle donne. Lavoro online, per arrivare a tutte le donne, in Italia e nel mondo, che soffrono di PCOS nelle sue varie forme di presentazione. In questo blog, farò del mio meglio per aumentare le tue conoscenze sulla PCOS, una condizione medica, difficile, complicata, delicata ma con la quale si può imparare a convivere. Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologici con numero d'iscrizione: AA_067629.