L’aceto nella dieta per PCOS

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E se ci fosse qualcosa, semplice come l’aceto per condire l’insalata, ad aiutare ad abbassare la glicemia se siamo facendo una dieta per la PCOS? Sembra davvero che possa funzionare. Lo dicono pochi (molti di più di quello che si immagini) ma ottimi studi scientifici fatti in tutto il mondo.

E’ una abitudine italiana, quella di condire l’insalata o le verdure con un po’ (la quantità è davvero molto variabile e personale) di aceto. A qualcuno piace di più, ad altri meno.

aceto pcos insalata

Cosa dicono gli studi sull’aceto

Una ricerca giapponese nel 2009, dove l’uso dell’aceto è molto diffuso (ad esempio per condire il sushi e in diverse bevande) ha messo in luce diverse interessanti informazioni.

Un consumo costante di aceto riduce il peso corporeo, riduce i trigliceridi e modifica positivamente la composizione corporea, riducendo la circonferenza addominale in donne obese (giapponesi).

Altri studi hanno approfondito gli aspetti metabolici dell’uso dell’aceto nella dieta, confermando il miglioramento della sensibilità all’insulina delle cellule sensibili alla sua azione sia in soggetti sani che affetti da diabete. Non era chiaro come questo potesse avvenire, ma accade e gli studi lo confermano.

Di cosa è fatto l’aceto?

In generale il maggior componente dell’aceto è l’acido acetico (che è la parte biochimicamente attiva sul metabolismo) che gli fornisce il tipico odore e sapore.

Deriva dalla fermentazione dell’alcool ad opera di batteri specifici che lo trasformano completamente in acido acetico.

Se ne trovano di diversi tipi e può essere classificato in base materie prime “aceto di cereali”, come quello ottenuto da riso e grano, o “di frutta” da mele, uva, miele, sidro di mele e balsamico. Fra tutti l’aceto di mele è il più studiato e i suoi effetti benefici possono essere applicati anche alla dieta per le donne con PCOS.

Anche se è un acido a tutti gli effetti (chimicamente definito debole) non sembra danneggiare la mucosa gastrica, poiché il suo pH è meno acido del succo gastrico e dei comuni acidi contenuti nelle bevande come la coca-cola.

L’aceto migliora l’assorbimento di glucosio e riduce la richiesta di insulina

Uno studio, confermato poi da altri fatti successivamente, è stato fatto su undici persone insulino-resistenza (come le donne con PCOS) cui è stato somministrato 30 ml di aceto di sidro di mele prima di un pasto composto da pane, formaggio, prosciutto, succo d’arancia, burro e una barretta di cereali (equivalente a 75 g di carboidrati). Rispetto al placebo, i risultati hanno mostrato che l’assunzione di aceto diminuisce l’insulinemia, aumentando il flusso sanguigno e l’assorbimento di glucosio verso l’interno delle cellule.

Un altro studio ha dimostrato come l’assunzione di aceto di sidro di mele, prima di un pasto ricco di carboidrati possa abbassare la glicemia postprandiale del 20%.

E’ stato anche pubblicato un piccolo studio fatto sulle donne PCOS in cui alla dieta era stato aggiunto aceto di mele. Il risultato è che 4 su 7 donne che hanno assunto 15g di aceto in acqua per 90-110 giorni hanno visto ricomparire il ciclo entro 40 giorni (come miglioramento del rapporto LH/FSH) con anche una riduzione dell’HOMA-IR.

Uno studio piccolo ma interessante, perché non prenderlo in considerazione?

Perché l’aceto funziona?

Ora si sa che l’aceto svolge la sua funzione ipoglicemizzante in due modi: da una parte rallenta la digestione degli amidi a livello salivare e gastrico. Grazie al sup pH non permette ad un enzima alfa-amilasi di attivarsi nella demolizione delle molecole dei carboidrati assunti con il pasto, fino a che non arrivino dell’intestino (un effetto simile al ridurre l’indice glicemico). Dall’altra facilita l’assorbimento di glucosio all’interno delle cellule muscolari senza richiamare insulina.

Quanto aceto è utile nella dieta?

A quanto dicono le ricerche, il consumo di 10 e 30 ml (che corrisponde a 2 e 6 cucchiai da tavola) di aceto come condimento o diluito in bevande sembra essere adeguato per controllare il profilo glicemico.

Cosa dico alle mie pazienti

Cosa è importante ottenere da una dieta per donne con la PCOS? Essere in grado di ridurre glucosio circolante dopo pasto, senza coinvolgere la produzione di insulina e sembra che l’aceto abbia questa capacità.

Assumere aceto (qualsiasi sia, funzionano tutti allo stesso modo) così, come se fosse una aggiunta all’acqua prima del pasto, non rientra nelle nostre tradizioni ma gli studi affermano che funzioni a stabilizzare la glicemia, inducendo il corpo a produrre meno insulina.

Se ti piace, è molto più semplice aggiungere l’aceto all’insalata o sulle verdure come primo alimento del pasto. Può essere un valido e non troppo impegnativo elemento da introdurre nella propria routine alimentare. Funziona, e nella dieta per la PCOS può essere davvero utile.

Scegli un aceto di buona qualità ad una acidità intorno al 4-6% (lo leggi sulle confezioni) e soprattutto controlla che non contenga aggiunte di fruttosio.

Bibliografia

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Autore: Stefania Cattaneo

Sono Stefania Cattaneo e sono una biologa nutrizionista, appassionata di fotografia e di nutrizione applicata alle donne. Lavoro online, per arrivare a tutte le donne, in Italia e nel mondo, che soffrono di PCOS nelle sue varie forme di presentazione. In questo blog, farò del mio meglio per aumentare le tue conoscenze sulla PCOS, una condizione medica, difficile, complicata, delicata ma con la quale si può imparare a convivere. Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologici con numero d'iscrizione: AA_067629.