Da donne alle donne. È questo il principio ed è questo il filo conduttore. Abbiamo avuto il grande onore di rispondere alle domande di un bellissimo blog: benessere e femminilità per essere vicine alle donne che combattono con la Sindrome dell’Ovaio Policistico. Imperativo numero 1: fare chiarezza e dare informazioni sicure nelle quali le lettrici possano sentirsi accolte e capite. Possiamo e dobbiamo fare molto per il nostro benessere. Mettiamoci all’opera e rimettiamoci al centro delle nostre attenzioni.
Ecco il testo dell’intervista:
- Da quante donne è composto il progetto e quali professioni ricoprono al suo interno?
È davvero un piacere ed un onore presentare tutte le donne che collaborano con me al progetto Lotus Flower PCOS, ognuna dotata una personalità speciale e di grande professionalità.
- Ambra è stata la prima donna coinvolta nel progetto e che, come me, l’ha visto nascere. È una food blogger professionista che si occupa di creare ricette deliziose e di fornire consigli di cucina.
- Barbara è la psicologa psicoterapeuta del team, una donna coraggiosa, forte e di profonda cultura: i suoi articoli sono sempre emozionanti e puntuali, in cui ogni donna potrà ritrovarsi.
- Lavinia è la ‘giovanissima’ del team Lotus Flower. Fresca di laurea magistrale in scienze motorie, curiosa ed appassionata, ama tutte le attività sportive e in particolare lo yoga.
- Valentina è l’esperta di moda e stile. Conosco Valentina da quando eravamo molto piccole e da sempre ho ammirato in lei il gusto del bello e dell’armonico, oltre alla sua grande capacità comunicativa.
- Rachele è l’ultima entrata del team. Si occuperà di bellezza e cura della pelle, aiutando le donne ad avere cura di sé nel loro quotidiano, attraverso consigli semplici e adatte a tutte.
Vorrei anche ricordare tutte le altre fantastiche professioniste che lavorano dietro le quinte: Stefania (press), Carlotta (video maker), Alice (webmaster), Margherita (foto), Tatiana (SEO), Daniela (web writer) e Federica (social media manager) ed Alessandra (traduttrice).
Infine ci sono io, Stefania Cattaneo, biologa nutrizionista, già laureata in farmacia, a coordinare il mio team e, soprattutto, al fianco di tutte le donne, in particolare a quelle che soffrono di PCOS per gli aspetti nutrizionali per loro percorso.
- Perché il nome del progetto Lotus Flower e come può aiutare noi donne?
Il loto è il simbolo delle femminilità e della fecondità… ed è un fiore bellissimo. Rappresenta forza vitale, consapevolezza, rigenerazione: esattamente tutto ciò che con il mio multi-blog vorrei rappresentare. Lotus Flower PCOS vuole essere al fianco delle donne, per fornire chiarezza, informazioni affidabili e consigli legati allo stile di vita da esperti del settore. Io ed il mio team vogliamo aiutare le donne a capire cosa sta accadendo al loro corpo e soprattutto sostenerle nel percorso, a volte farmacologico a volte no, a stare bene con sé stesse nella gestione delle PCOS.
- Cos’è la PCOS ovvero la sindrome dell’ovaio policistico?
La PCOS è una sindrome endocrino-metabolica che coinvolge le donne in età fertile (fra i 15 e i 45 anni) attraverso molte manifestazioni: alterazioni o assenza del ciclo mestruale, infertilità, acne, irsutismo, perdita di capelli, sovrappeso ed obesità (ma molte donne sono perfettamente normopeso o magre). La PCOS cambia nel tempo: diventa, dopo la menopausa, rischio di sviluppare diabete, malattie cardiovascolari e cancro all’endometrio. Ecco perché è importante occuparsi seriamente di questa sindrome.
- C’è differenza tra la sindrome dell’ovaio policistico, avere cisti ovariche e avere un ovaio micropolicistico?
La sindrome dell’ovaio policistico è una condizione sempre e solo diagnosticata dal medico, di solito ginecologo o endocrinologo, ed è presente quando una donna manifesta 2 di questi 3 segni o sintomi (criteri di Rotterdam 2003): cisti ovariche, segni clinici o biochimici di androgenismo (eccesso di peli, acne, ecc.), assenza di ovulazione e/o cicli irregolari. La presenza di cisti ovariche singole o di microcisti o presenza di follicoli multipli a volte è asintomatica e non sempre è legata alla sindrome o ad altre alterazioni mestruali.
- Come facciamo a capire noi donne se siamo affette dalla sindrome dell’ovaio policistico?
Ci sono molti campanelli d’allarme che una donna non deve sottovalutare. Il primo è sicuramente la regolarità del ciclo mestruale: quando salta spesso o quando ritarda per più di 10-15 giorni, occorre parlare con il ginecologo. Ma non solo. È opportuno consultare il medico anche quando il peso sale o non scende, senza un motivo apparente, quando l’acne è molto più di qualche brufolo sul viso, quando i capelli cominciano a diradarsi sulla fronte o quando compaiono dei peli in zone che sono tipicamente maschili (seno, petto, addome, schiena, mento e basette). Infine, se una gravidanza non arriva dopo molti mesi di tentativi, la PCOS può essere una delle cause responsabili.
- Ma le donne che hanno la PCOS hanno paura di non poter rimanere incinta, è realmente così?
La PCOS, in effetti, rappresenta l’80% delle cause di infertilità nelle donne. Ma voglio dire loro di non disperare perché la medicina e le attuali tecniche diagnostiche e terapeutiche sono strumenti efficacissimi a disposizione dei medici per intervenire in questi casi. È da sottolineare che molte donne sono riuscite ad avere figli in modo completamente naturale. Si sa che, oltre ai farmaci prescritti, anche lo stile di vita fa la differenza: il controllo del peso, alimentazione regolare e bilanciata insieme ad una moderata attività fisica anti stress, possono aiutare a creare le condizioni ideali per una gravidanza che, una volta iniziata, sarà serena e priva di complicazioni.
- Che tipo di stile di vita consiglia alle donne con la sindrome? Quale dieta e quale sport consiglia maggiormente?
Ogni donna ha le sue caratteristiche e la dieta va calibrata e “cucita” addosso ad ogni soggetto. Anche i più grandi ricercatori sono concordi nel dire che non esiste una dieta “ideale” ma tutti sostengono (e la mia esperienza va in questa direzione) che una riduzione di tutti i grassi saturi, presenti pressoché nei prodotti commerciali pronti, evitare il più possibile lo zucchero ed i prodotti raffinati (pane bianco, pan carrè, pasta e riso stracotti, dolci, ecc.), incrementare il consumo di fibre derivate dalla verdura, controllare l’apporto delle frutta e di non eccedere con la porzione dei secondi piatti, siano le scelte necessarie per contrastare gli effetti metabolici delle PCOS. Anche assumere troppe proteine più essere dannoso perché “irrigidisce” l’organismo e rende il dimagrimento più difficile.
Mi sento di sconsigliare tutte le diete “di moda”, i beveroni dimagranti sponsorizzati sul web e venduti porta a porta, le diete estreme ed iperproteiche e tutte le diete per intolleranze, di cui oggi si parla molto. La PCOS è una condizione seria che richiede un cambiamento profondo di stile di vita ed approccio con il cibo. Una dieta che fa scendere il peso velocemente e che viene seguita per pochissimo tempo, spesso fa riguadagnare il peso, facendo risalire la massa grassa molto velocemente…questo peggiorerà il quadro della PCOS. Occorre fare attenzione.
L’attività fisica è molto importante e deve essere scelta per prima cosa in base alle proprie attitudini e abilità, ma va fatta con costanza perché ha la stessa importanza della dieta. Lavinia, del team PCOS ed esperta di attività fisica, suggerisce una attività mista che preveda l’abbinamento di attività aerobiche ad attività muscolari. L’importante è stare attive almeno 3 volte a settimana per 1 oretta almeno.
Mettere in pratica questi accorgimenti sembra difficile ma Lotus Flower PCOS nasce per questo per sensibilizzare le donne a questo ed aiutarle a mettere in pratica questi consigli.
- La pillola contraccettiva è una soluzione adeguata a questa sindrome?
Ci sono molti pareri a questo proposito, ma sarà il medico specialista che, una volta valutato il caso, deciderà se sarà il caso di proporre alla paziente una pillola contraccettiva e soprattutto quale è più adatta ai sintomi riportati dalla paziente. Qualunque sia la decisione del medico è importante che ci sia fra terapeuta e paziente un scambio di informazioni affinché non ci siano incomprensioni fra le parti. Le donne devono chiedere spiegazioni, devono capire il perché del trattamento e soprattutto fidarsi ed affidarsi a professionisti con esperienza in PCOS.
- Molte donne lamentano l’uso della pillola per risolvere questa sindrome perché è un palliativo e non un farmaco che cura davvero la sindrome ed inoltre induce in una sorta di menopausa con molto gonfiore, ritenzione di liquidi, aumento di peso e calo della libido. Lei che cosa consiglia a questo proposito?
Le pillole estroprogestiniche o antiandrogeniche sono senz’altro farmaci con importanti effetti collaterali. Quasi tutte le donne sperimentano una variazione del peso, si sentono gonfie, e il calo delle libido rende la vita sotto le lenzuola meno serena. La pillola mette a riposo ovaie e ipofisi e riequilibra gli ormoni maschili quando l’androgenismo è molto spiccato (quando acne, peli in eccesso o la perdita dei capelli sono segni molto evidenti nella paziente). La pillola non ha effetto sugli aspetti metabolici della PCOS, su insulina e glicemia, quindi occorre sempre essere attente allo stile di vita quindi alimentazione e attività fisica.
- Dove possiamo trovarvi con il Progetto Lotus Flower? Fate anche consulenze online?
Lotus Flower PCOS è a Torino e provincia (Ciriè) ma nasce per essere accanto alle donne, ovunque esse siano. Nasce per dare informazioni e contenuti sui quali ragionare per cambiare il proprio stile di vita, giorno per giorno. Per etica professionale, non è possibile dispensare consulenze online perché è necessario che ogni paziente venga valutata nella calma e nella professionalità di uno studio privato per poter valutare ogni aspetto della paziente: dalle abitudini di vita, ai gusti e alle esigenze ma anche e soprattutto degli aspetti fisici come i rapporti massa magra, grassa e idratazione ed eventualmente lo studio del metabolismo basale ed in attività. Ogni donna merita una attenzione particolare per scegliere e concordare quale opzione dietoterapica ed eventualmente emozionale è più adatta a lei.