Acne e dintorni

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Non c’è nulla di divertente quando si convive con acne brufoli. Si cercano soluzioni, si trovano rimedi (efficaci o meno), si consultano specialisti, ma non sempre questo corrisponde alla risoluzione del problema.

La dermatologia è, a mio personale parere, una delle branche della medicina più complesse. Riconoscere e saper fare una diagnosi, su una manifestazione cutanea che è stata sottoposta a molti trattamenti, rende il quadro sempre più complesso e di più difficile interpretazione da parte dello specialista o del tecnico estetico, che cercano di capire come affrontare il problema.

Perché prima di trovare una soluzione, occorre capire bene cosa si ha davanti.

Nella trattazione di seguito, cercheremo di dare qualche iniziale spunto di riflessione. È una classificazione scolastica, ma che in modo sicuramente superficiale semplicistico, consente di dare un’idea di che tipi di acne possano esistere. Lasceremo al medico ogni tipo di trattamento farmacologico, noi ci occuperemo di dare delle informazioni sulla gestione e sulla trattamento estetico di queste condizioni.

Partiamo dal responsabile: dall’unità pilo-sebacea. Sicuramente questa coppia di parole vi è già nota, ma ora la conosceremo meglio. Questa struttura è caratterizzata da una ghiandola, composta a sua volta da piccole cellule specializzate nella produzione di sebo, e dal follicolo pilifero, da cui ha origine un pelo terminale. Queste ghiandole sono anche dotate di una struttura specializzata, il muscolo pilo-erettore, che induce la contrazione e determina lo svuotamento della ghiandola.

Le piccole cellule specializzate ‘in produzione di sebo’, sono sempre attive: si riempiono di sebo a tal punto da scoppiare. Il sebo viene riversato nel dotto escretore della ghiandola e viene spinto fino a raggiungere l’epidermide e i peli sulla superficie della pelle.

Quando una cellula ha svolto il suo lavoro, ne è presente sempre un’altra alle sue spalle pronta a fare lo stesso. Questo ciclo si ripete continuamente, e non esiste altro controllo che la supervisione degli ormoni, in particolare di quelli maschili.

È proprio il testosterone a stimolare la ghiandola a produrre sebo, non ne possono nulla invece gli estrogeni che, anzi, hanno un’azione di inibizione della produzione di sebo.

Quando sono presenti quantità eccessive di ormoni maschili, anche la cheratina viene prodotte in eccesso. Sebo e cheratina sono un terreno ideale per la proliferazione batterica, da cui scaturiscono infezioni sia del follicolo che della ghiandola sebacea in toto.

Da cosa si parte? Dal comedone: la sua definizione è quella di una piccola cisti di sebo e cheratina non infiammata (quindi non rossa né dolente) a livello del canale del follicolo.

Li abbiamo già visti molte volte: sono i punti bianchi (comedoni chiusi) ed i punti neri (comedoni aperti, che sono neri perché il materiale diventa scuro a contatto con l’aria).

Da questa condizione, la situazione può evolvere e prende il nome di acne secondo varie caratteristiche:

    • Acne del mento: iniziamo da lei che è la tipica acne da ciclo mestruale, che ogni donna ben conosce. È presente non solo nelle pazienti con la sindrome dell’ovaio policistico, ma in tutte le donne che hanno lievi disfunzioni ormonali, dismenorrea ed endometriosi.
    • Acne comedonica: è la forma più comune nell’età giovanile ed è accompagnata a lucidità del volto. I comedoni sono sulla zona T del volto, e non sempre sono infiammati, e spesso tendono a scomparire naturalmente (a meno che non li si infiammi con torture speciali!!).
    • Acne Papulo-pustolosa: È l’evoluzione dell’acne comedonica, che tende a migliorare nel periodo estivo dopo la classica vacanza al mare (ecco perché in vacanza ci si sente e ci si vede bellissime). In questo caso i follicoli sono infiammati e rossi e si formano delle pustole in cima al follicolo.
    • Acne nodulare: in questo caso si osservano dei noduli grandi e dolorosi di colore rosso fino al viola. Quando non si riassorbono, l’esito è quello di grosse pustole che possono confluire in una più grossa. Le zone più colpite sono la regione del collo e sotto la mandibola. Non è bene toccare o schiacciare queste lesioni perché possono lasciare delle brutte e profonde cicatrici.
    • Acne nodulo cistica: qui le lesioni possono coinvolgere oltre al volto anche il dorso che, evolvendo, possono dare luogo a delle cisti profonde e a cicatrici con l’aspetto di un cratere.
    • Acne polimorfa: la situazione più seria, in cui sono presenti sia comedoni, che pustole e papule. In questo caso la terapia può essere anche farmacologica ed è richiesta sempre la diagnosi di un dermatologo esperto.

In qualsiasi condizione tu ti stia trovando, consulta un esperto, e non dimenticare di farti consigliare!

Autore: Stefania Cattaneo

Sono Stefania Cattaneo e sono una biologa nutrizionista, appassionata di fotografia e di nutrizione applicata alle donne. Lavoro online, per arrivare a tutte le donne, in Italia e nel mondo, che soffrono di PCOS nelle sue varie forme di presentazione. In questo blog, farò del mio meglio per aumentare le tue conoscenze sulla PCOS, una condizione medica, difficile, complicata, delicata ma con la quale si può imparare a convivere. Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologici con numero d'iscrizione: AA_067629.

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