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  1. Purtroppo non è proprio così. Le linee guida internazionali per il trattamento della PCOS (Teede 2018, che si basano su illustrissimi studi) dicono eccome che la PCOS influenza la salute mentale e che il disagio psichico va valutato dagli specialisti sanitari. “Health professionals should be aware that in PCOS, there is a high prevalence of moderate to severe anxiety and depressive symptoms in adults; and a likely increased prevalence in adolescents”, cito testualmente un piccolissimo stralcio. Sempre nelle Linee guida si parla chiaramente di ansia depressione disturbi del comportamento alimentare disturbi del sonno e disturbi sessuali. Non si parla di causa effetto, ma di correlazione. Che è comunque un dato che non andrebbe ignorato e non certo per fare terrorismo psicologico, ma perchè le donne facciano prevenzione e si prendano cura del proprio malessere, esattamente come fanno con acne, infertilità, sovrappeso, ecc. E lo dico da psicoterapeuta affetta da PCOS.

    1. Buongiorno, grazie mille di questa precisazione, che ci permette di ribadire quanto l’articolo in questione racconta.
      Come precisamente lei riporta, si tratta di “correlazioni”, ovvero si osserva la concomitanza di alcuni disturbi mentali con la PCOS. La questione è il linguaggio della scienza: noi scienziate sappiano molto bene che registrare una correlazione tra fenomeni non stabilisce affatto tra loro una relazione causa-effetto. L’articolo vuole proprio sottolineare questo: perché le persone al di fuori degli ambiti specialistici naturalmente non posseggono chiavi di lettura analoghe a quelle dei tecnici… Io lavoro da 24 anni in psichiatria, sono Responsabile del Servizio di Psicologia e Psicodiagnosi di una clinica psichiatrica. Noi da circa un decennio facciamo attenzione al linguaggio: un conto è parlare di sintomi mentre ben altro è fare diagnosi. Le linee guida parlano un linguaggio tecnico a beneficio di tecnici. Linguaggio Che deve essere decodificato per il pubblico. Un conto è parlare di sintomi o vissuti ansiosi e depressivi, che molti sperimentano ( e che vanno presi in carico e trattati, si spera non farmacologicamente) altro e’ parlare di Depressione e Disturbi dell’umore o addirittura dello spettro psicotico. Da anni mi batto affinché le persone, le donne, non sottostimino i sintomi emotivi ma nemmeno li medicalizzino. L’articolo che ho scritto vuole essere dirimente circa la facilità con cui purtroppo le donne tendono a fare “labelling” quando leggono che alcune patologie sono correlate a disturbi mentali. Si fanno autodiagnosi e cominciano a pensarsi come portatrici di quello specifico disturbo mentale. Bisogna spiegare bene che non è detto che la PCOS esiti in una Depressione ma va anche spiegato che invece i vissuti depressivi sono frequenti. Ma questi vissuti non fanno rientrare l’individuo automaticamente in una diagnosi di Depressione ( che per essere fatta necessità di affiancare a quelli altri criteri, come lei sa ma come le persone normali non sanno). In molti articoli dunque parlo di tutto il ventaglio di emozioni che là PCOS può stimolare. Senza mai riferirmi a precise diagnosi psichiatriche : che solo uno psichiatra o noi Psicodiagnosti (attraverso i test) possiamo fare. Concordo insomma con lei: l’articolo non voleva sottostimare ne’ negare evidenza scientifiche a noi specialisti ben note. Una lunga risposta, mi scuso, ma il suo intervento era prezioso e mi ha permesso di spiegare ulteriormente il mio punto di vista.
      Un abbraccio e un augurio fortissimo per la salute.

      Dott.ssa Barbara Alessio