Le abbuffate notturne

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Mangiare la notte è un’abitudine alimentare molto diffusa ma si è poco consapevoli di quanto sia dannosa. Trattata con leggerezza rischia di diventare un automatismo difficile da correggere, con pesanti ripercussioni sulla qualità del sonno e del riposo e sulla forma fisica.

Qualche volta si tratta di uno stile addirittura famigliare: si insinua un’alta propensione ai risvegli nel cuore della notte, che  porta ad alzarsi, magari andare in bagno e poi fare una puntatina in cucina per mangiare cibi calorici ed appaganti, secondo modalità che possono arrivare fino a vere e proprie abbuffate. Col tempo, si stabilizza una sorta di vero e proprio “rito”, senza il quale non è possibile ritrovare il sonno. Generalmente si assumono con gran voracità (e velocità) soprattutto carboidrati: pane ed affini, dolciumi, porzioni avanzate di primi piatti, in alcuni casi associati a bevande gassose e/o alcoliche. Tutti questi alimenti agiscono a livello centrale sul rilascio della serotonina, con un effetto rilassante, in grado di predisporre effettivamente al sonno. Instaurando però una cascata di squilibri di non poco conto. Intanto il cibo ingerito di notte viene accumulato dall’organismo e non smaltito, a causa del fisiologico abbassamento del metabolismo riguardante le ore notturne. In molti casi tuttavia chi presenta questi comportamenti non si preoccupa della linea e vive tutto questo come un dato di fatto. Eppure sono molti gli effetti collaterali nocivi che ne conseguono: disregolazione del sonno  (il ritmo sonno-veglia regola molti picchi ormonali e riveste un ruolo di regolazione a vasto raggio nel nostro organismo), inappetenza mattutina con squilibri nell’assunzione degli altri pasti, difficoltà digestive, sonnolenza e mancanza di concentrazione durante il giorno, irritabilità, flessione dell’umore con sensi di colpa e condotte di compensazione (riduzione dell’introito alimentare diurno, surplus di attività sportiva). La frustrazione e lo stress della giornata, naturalmente, finiscono per incidere negativamente sul processo, rinforzandolo ulteriormente, dal momento che andranno a peggiorare la difficoltà a dormire e la ricerca di soddisfazione attraverso il cibo. Qualche volta, questo comportamento riguarda persone che durante il giorno presentano condotte irreprensibili dal punto di vista salutistico ed alimentare, e che di notte perdono completamente il controllo.

Ma quale origine può avere tutto questo?

La causa prima può essere un disturbo del sonno, una difficoltà di addormentamento o un’insonnia centrale che conduce al risveglio, e che si tenta di “curare” appunto con l’introduzione di cibi la cui digestione comporta un fisiologico effetto sedativo. Ecco perché il trattamento di questi comportamenti deve sempre comportare l’igiene del sonno, la cura estrema dei momenti che precedono l’andare a letto e favoriscono il riposo notturno.

Un’altra origine può riguardare il rapporto col cibo, e risiedere in un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare oppure in un regime dietetico squilibrato e disordinato, con restrizioni arbitrarie ed incongrue, non di rado legate ad orari di vita frenetica, che fa giungere affamati a fine giornata, causando irrequietezza e poi la ricerca di compensazione notturna.

Ma è la sfera emotiva ad essere spesso responsabile dell’instaurarsi di questo complesso comportamento, dietro il quale può nascondersi una difficoltà a gestire le emozioni. La sera è il momento in cui ci svestiamo dei nostri ruoli sociali, delle maschere con cui affrontiamo il mondo, delle difese. Nel buio delle nostre case torniamo in contatto con quello che abita l’interiorità, che durante il giorno reprimiamo col lavoro, le faccende, gli impegni serrati, i sorrisi forzati. La notte ci ritroviamo soli, più esposti a quanto siamo impegnati a nascondere anche a noi stessi: rabbia, vergogna, colpa, angosce, solitudine e senso di abbandono, disperazione. La Medicina Tradizionale Cinese ricorda che di notte sono attivi quegli organi (fegato e grosso intestino) collegati a rabbia, dispiacere, tristezza, lutto; chi ha disarmonie in questi distretti tende ad avere una “corazza” protettiva che fa stare tesi, rigidi e contratti, immobili ed incapaci del coraggio che serve a cambiare le cose, privi di energia per ciò che sta davvero a cuore. Stati d’animo che non si riescono ad affrontare, a tollerare, che nottetempo emergono, ci svegliano ed inquietano. Il cibo tappa la paura, la solitudine, la noia, il vuoto insostenibile, il silenzio: soprattutto se gustoso, dolce e “molle”, se non richiede masticazione e può essere ingurgitato velocemente, in una sorta di trance regressiva con immediato effetto ansiolitico e antidepressivo. Ad un prezzo molto elevato in termini di perdita di salute.

Il consumo di cibo notturno non è un comportamento fisiologico e va contrastato. È una spia di malessere profondo, da non sottovalutarsi. Cosa ci può aiutare? Un intervento sulla dieta e sul sonno, valutando l’opportunità di una psicoterapia per integrare emozioni e vissuti sottostanti.

  1. Ricorrere ad una dieta personalizzata, che si incarichi di equilibrare i fabbisogni ed eviti l’insorgere di una autentica fame. I pasti della giornata vanno strutturati correttamente da un professionista messo al corrente della problematica;
  2. Curare il sonno ed il riposo: evitare attività fisica serale, diminuire gli impegni e organizzare le serate predisponendosi al relax. È importante cenare entro le 20, abbassare via via le luci, spegnere i dispositivi elettronici ed eliminare i rumori, dormire in ambienti bui e silenziosi, confortevoli. La tv va eliminata dalle camere da letto, così come ogni sorgente luminosa e sonora. Una tisana, un bagno caldo, alcune gocce di olio essenziale di lavanda nei pressi del cuscino possono aiutare. È bene avere a disposizione almeno 7 ore di riposo.
  3. I sogni testimoniano come durante la notte si abbassino le difese psichiche, ed il materiale inconscio, proveniente dagli strati profondi della psiche, emerga alla coscienza. Affiorano insomma gli stati d’animo autentici. Proviamo a chiederci cosa sentiamo davvero. C’è qualcosa nella vita che stiamo trascurando? Che fingiamo non ci importi? Che ci tormenta?

I risvegli notturni ci mettono in contatto con il nostro lato lunare, ombroso, nascosto, più femminile (che abbiamo anche se siamo uomini). Con quello che ci agita e ci disturba, certo, ma anche con una sorgente di energia interiore molto potente e vitale.  Se smetti di reprimerla la avrai a disposizione per la tua crescita ed il tuo sviluppo: non per difenderti o compensare ma per seguire la via del cuore.

Autore: Barbara Alessio

Mi chiamo Barbara e sono una psicologa psicoterapeuta psicodiagnosta. Da quasi 25 anni accompagno le persone in percorsi di crescita, cura, sviluppo. Parlo alle donne per aiutarle nel loro cammino, per non lasciarle sole, per ascoltarle, sostenerle, sciogliere i loro dolori e spronarle a prendere in mano la loro vita e la loro salute. Psicologa con iscrizione all'Ordine degli Psicologi del Piemonte n. 1839.