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Lotus Flower PCOS - Convivere con la Sindrome dell'Ovaio Policistico
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15 Maggio 201720 Novembre 2017

Consigli per contrastare la fame nervosa

Pubblicato in Emozioni e ovaio policistico
Tags: biologo nutrizionista, cibo, dietologo, fame, sofferenza, stress

Disclaimer: le informazioni contenute in questo blog si intendono come aiuto ai lettori e alle lettrici, affinché prendano le decisioni giuste per la loro salute. Quello che è scritto in questo blog non sostituisce il trattamento medico condotto da personale medico e sanitario. In caso di problemi di salute, in particolare legati alla Sindrome dell’Ovaio Policistico, per favore, consultare il medico.

A molte capita: inizi una dieta e… ti viene una fame da lupo. Far fronte a questo fenomeno può essere difficile, perchè può peggiorare la situazione di partenza. E’ un meccanismo che viene imputato al cambiamento del tipo e della quantità degli alimenti ma che in realtà è radicato nella nostra fisiologia e nella nostra psicologia. Vediamo di capire e contrastare la fame nervosa.

Sono molte le condizioni che possono portarci a quegli improvvisi attacchi di fame che ci fanno abbuffare velocemente di zuccheri. Per esempio lo stress interessa diversi meccanismi fisiologici che scatenano la ricerca di carboidrati. La diminuzione di sonno è un’altra condizione che produce il medesimo comportamento. C’è poi una stretta relazione tra la fame nervosa e le emozioni, o meglio, tra la fame nervosa e la difficoltà/incapacità di distinguere diverse emozioni negative (rabbia, paura, ansia, angoscia), che generano uno stato di tensione nella persona, non riconosciuto però come “emozione” ed interpretato come “fame”. Un pasto ricco di carboidrati produce una riduzione della tensione perchè attiva ormoni/neurotrasmettitori ed aree cerebrali collegate alla soddisfazione/calma, pertanto avrà comunque un effetto naturalmente ansiolitico, allontanando quello spiacevole stato tensivo che prima si avvertiva. Spesso questa modalità di compensazione si basa su un apprendimento molto precoce: in fondo, nella nostra cultura, tradizionalmente affezionata al cibo, si consolano spesso i bimbi con dei dolciumi. Un errore educativo diffuso che fissa un comportamento alimentare distorto, dove il cibo viene usato per “silenziare” le emozioni dolorose, per “tappare” i buchi affettivi. Il ciclo femminile, poi, con i suoi ritmi ormonali, e con i suoi disturbi, tra i quali la PCOS, è collegato all’attivazione di circuiti (glicemia) che finiscono per stimolare proprio questo comportamento. Nel caso della dieta, si deve aggiungere l’effetto psicologico implicato dal divieto e dalla ribellione a quest’ultimo. Il desiderio irrefrenabile del proibito, che comporta poi la famosa abbuffata di carboidrati, dipende anche dall’assunzione di un atteggiamento rigido ed ossessivo verso il nuovo regime. La condanna del piacere/cibo genera tensione e stress… prima o poi dovrò trasgredire per diminuire una tensione insopportabile. Tante cause, insomma. Che fare?

Evita le diete fai-da-te. Il cibo attiva catene neuro-ormonali complesse. L’alimentazione ricade su ogni sistema e funzione. Mettiti nelle mani di esperti, gli unici in grado di evitare quegli squilibri interni che portano poi alla fame nervosa. Il cambiamento di regime alimentare è un evento delicato: lo specialista fa in modo che non causi danni.

Attenta allo stress. Quando le nostre energie psichiche sono impegnate in un evento importante quale una dieta, dobbiamo cercare di riguardarci. Evitare di strapazzarci, rimandando ogni impegno che non sia urgente e/o essenziale. E’ fondamentale riposare bene, allontanare fonti di disagio (persone, conflitti, programmi settimanali sovraccarichi di attività) e coltivare con attenzione spazi di decompressione e relax. Dove coccolare il corpo e la mente. Molti integratori alimentari, la fitoterapia e l’omeopatia possono aiutarti.

Non tenere snack nelle vicinanze delle aree lavoro. La fame nervosa, abbiamo visto, è attivata dallo stress. Il prolungato lavoro a terminale, assorbita da una scadenza, può far partire gli automatismi psicologici responsabili. Da bandire la tentazione di sgranocchiare o, peggio ancora, mangiare mentre si lavora. Nemmeno la tv è consentita. Altrimenti sono in uno stato psicologico dissociato e dislocato: invece mi serve la consapevolezza di cosa sto facendo, l’essere nel “qui ed ora”. Mangiare è un’attività completa: se la compio in automatico consolido un comportamento alimentare automatico e distorto. Il pasto e gli spuntini, che sono un vero e proprio piccolo pasto, devono essere consumati lentamente, in tranquillità e serenità. In un luogo separato da quello professionale. Mentre si è seduti, con tutto quanto disposto con equilibrio ed armonia.

Una leggera attività fisica e corsi di yoga e meditazione sono un aiuto enorme. Cerca il contatto con la natura, passeggiando all’aperto più che puoi. Anche di sera, dopo la cena. Le attività meditative (yoga, Tai Chi, mindfulness) riportano la mente in stato di calma ed equilibrio. Agiscono sulle emozioni e sullo stato mentale, contribuendo ad allontanare quelle tempeste emotive collegate poi alla fame nervosa. Da alcuni anni si è messa a punto una tecnica di mindfulness specificamente studiata per il controllo dell’alimentazione (mindful eating).

La dieta non è una guerra da combattere! Impara a gustare tutto il cibo e a prepararlo, non rinunciare al piacere dei sensi sulla tavola (colore, disposizione, cura dei dettagli nelle stoviglie), scegli tisane deliziose e profumate. Vai alla ricerca di locali, oggi di tendenza, che preparano cibo coerente con la tua nuova identità. Non sei in punizione! Non immaginarti in una situazione coercitiva! Sei entrata nell’impegno della salute-benessere-bellezza e ti serve “uno stile di vita da atleta”: bilanciato, regolato. Per essere piena di energie: ascoltati ogni mattina. Ogni giorno ti sentirai meglio. Posta sui social il tuo sorriso mattutino: è quello che stai facendo, stai aumentando la quota-sorrisi.

Non comprare cibi diversi da quelli che ti sono utili.

Bevi molta acqua, tieni sempre la bottiglietta con te.

Quando senti la tensione e scatta il pensiero “ho fame” fermati, chiudi gli occhi ed ascoltati. Se la tua alimentazione è equilibrata e se non salti i pasti, è bene capire la radice reale di quella tensione. Prova a chiederti cosa ti sta capitando, cosa hai appena vissuto. Stai discutendo? Qualcuno ti ha offeso? Deluso? Aggredito? Ti senti sola? Pensi di non farcela, di valere poco, di non essere all’altezza? Hai paura di qualcosa? Cerca di mettere a fuoco l’emozione e poi adotta un comportamento consono e congruente a quella emozione, che certo non sarà il mangiare, dal momento che non è la fame responsabile di quello stato negativo che stai vivendo. Devi cercare vie di realizzazione e gratificazione, che sicuramente hai trascurato. Non sei tu ad essere sbagliata: impara a fare la cosa giusta per te. Non hai bisogno di cibo ma di vita. Metti azioni, parole, pensieri nel mondo, non zucchero nello stomaco. Datti il permesso di esprimere chi sei.

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Autore: Barbara Alessio

Mi chiamo Barbara e sono una psicologa psicoterapeuta psicodiagnosta. Da quasi 25 anni accompagno le persone in percorsi di crescita, cura, sviluppo. Parlo alle donne per aiutarle nel loro cammino, per non lasciarle sole, per ascoltarle, sostenerle, sciogliere i loro dolori e spronarle a prendere in mano la loro vita e la loro salute. Psicologa con iscrizione all'Ordine degli Psicologi del Piemonte n. 1839. View all posts by Barbara Alessio

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