Cambiare regime alimentare non è uno scherzo! Il cibo scandisce il ritmo quotidiano e su di esso si convogliano educazione, abitudini, riti individuali e famigliari. Fare una dieta è ben di più che modificare tipo e quantità degli alimenti. nel caso della PCOS è un intervento fondamentale ma richiede un’attenzione specifica. Qualche consiglio per partire col piede giusto.
Non pretendere di fare tutto da sola. Il ruolo della nutrizionista non è solo quello di preparare una dieta tagliata su misura per il controllo della PCOS. Se quello è il nucleo della sua competenza specialistica, la sua figura (e la sua personalità) rimane preziosa come polo di riferimento costante, che sappia supportare e motivare un processo di cambiamento in realtà molto impegnativo. E’ bene ricordare come affrontare una dieta non sia semplicemente la sostituzione di certi alimenti con altri. E’ piuttosto un processo complesso, che andrà dritto al cuore della nostra personalità, ripercuotendosi su abitudini spesso molto antiche, su riti quotidiani, su tradizioni famigliari, su valori condivisi nella comunità di appartenenza. Il cibo ha una carica emotivo-affettiva notevole: non è neutro ai nostri occhi, ognuno ha preferenze e idiosincrasie! Inoltre raccoglie introno a sè la famiglia, è il protagonista di tutti i momenti di incontro e di scambio. Insomma: fare la dieta significa un po’ prepararsi ad un bel cambiamento. All’inizio non sarà facile. Non esitare a chiedere aiuto a chi ti segue, racconta tutto, ogni minima difficoltà, ogni indicazione che non riesci a seguire. La nutrizionista è preparata a questi intoppi, se li aspetta e ti aiuta a superarli: ma deve sempre essere messa al corrente. Avere difficoltà non è una vergogna da nascondere né un fallimento: attesta invece che tutto il resto procede bene e ci si sta impegnando veramente. Qualche volta può essere d’aiuto un sostegno psicoterapeutico. Perchè il cibo può rappresentare la compensazione di bisogni interiori, può essere diventato nella nostra vita un sostitutivo del piacere non vissuto, una forma di consolazione. Oppure uno strumento di autopunizione. E dunque cambiare regime alimentare diventa durissimo, perchè tutte queste funzioni e difese psicologiche si perdono, e la persona va in crisi. Sente ansia e/o depressione, si sforza ma spesso ricade nelle vecchie abitudini alimentari. Se non si comprendono e se non si trova il modo di ascoltare e soddisfare i bisogni alla base, il cibo continuerà a rimanere un formidabile meccanismo di compensazione e surrogazione: ma la psicoterapia può sbloccarlo.
Non ti avvicinare al cibo come fossi in guerra. E’ un bel cambiamento, lo stai facendo per la tua salute, è un passo importante che fai in onore di te stessa. Non è una guerra ma una trasformazione, un passaggio di stato e di stagione. Cerca di fare la spesa nei mercati, cerca la qualità e usa il colore degli alimenti con senso estetico. Ogni volta che stai per iniziare a mangiare, siediti comoda e con la schiena dritta, chiudi gli occhi, rilassa le spalle, il collo e la schiena. Concentrati su queste zone e lascia andare i muscoli, respirando profondamente con il naso, mai dalla bocca. Metti una mano sulla pancia, devi sentire il suo movimento, l’aria deve arrivare sin lì e devi avvertire la pancia che si gonfia e si sgonfia. Distendi il viso, lascia andare le labbra morbidamente in un sorriso. Respira così almeno tre minuti, con gli occhi chiusi. Quando ti senti calma e rilassata, apri gli occhi, osserva chi ti sta intorno e sorridi e poi comincia a mangiare, masticando lentamente e gustando ciò che è stato preparato.
Festeggia i tuoi cambiamenti! Impara a non usare più il cibo come premio (suvvia, mica siamo al circo! abbandona questo schema con un sorriso!) sostituendo questa diffusa a malsana abitudine italiana con altri gesti. Comprati un smalto colorato e dedicati a una manicure; una bella doccia o un bagno profumato; un giro in centro con un bel succo; un massaggio. Siediti tranquilla ad ascoltare musica, concediti il permesso del gioco e del riposo. La dieta non è una punizione ma l’ingresso in un nuovo modo di occuparsi di sè, rispettoso, sano. Alleggerendo i sintomi, alleggerirà tutto il nostro corpo e la nostra mente. Libererà un sacco di nuove energie.
Coinvolgi la tua famiglia. Non si deve stare sole, non ci si deve mettere in punizione: il cibo deve continuare a veicolare affetto e condivisione. Il cambio di passo e di ritmo in cucina deve riguardare tutti quanti. Magari gli altri possono in altri momenti continuare ad integrare cibi a voi sconsigliati ma in casa la cucina è unica, è la trama che lega le persone. Ecco perchè è importante capire cosa mangiare e poi imparare nuovamente a cucinare, dividendo con altri la nostra dieta. Appassionarsi a nuove ricette, ad inediti abbinamenti o a sapori nuovi è in realtà un divertimento. Il pasto è un rito in tutte le culture e si sa che rifiutarlo è un’offesa. Trovare la via di accomodamento intorno alla tavola, integrando esigenze, bisogni e divieti è un bell’allenamento alla relazione, un esercizio di negoziazione e di scambio molto prezioso!
La dieta è più dell’insieme di cibi di cui ci si nutre: riguarda il modo in cui si cucina e si mangia, il ritmo, gli orari, i luoghi. Il nutrimento è un gesto di cura. Chiede calma, tranquillità. Mettici sempre amorevolezza: prepara sempre con cura il piatto, disponendo il cibo con armonia e buon gusto. E cura il luogo dove consumi il pasto: bandisci la fretta e la sciatteria. Scegli i colori, cerca l’ordine e la bellezza: tovaglie, runner, tovagliette, cambia spesso lo stile della tavola. Usa tovaglioli colorati, stoviglie carine. Non dimenticare una candela, magari un piccolo fiore o una piantina. Che la tv sia sempre spenta ed i dispositivi elettronici lontani dalla vista. Se ti piace la musica, un dolce sottofondo può completare l’atmosfera.