Fidiamoci del nostro cuore.

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Ci siamo lasciate parlando di numeri, di calcoli, di “frequenze cardiache massimali”… ma siamo riuscite a calcolare il nostro fatidico 75% – 80%?

Considerando che difficilmente durante l’arco della giornata, nelle nostre attività, raggiungiamo valori che si avvicinino alle percentuali sopra citate, dobbiamo considerare l’ipotesi di eseguire delle attività specifiche per poterci arrivare e soprattutto per attivare il nostro metabolismo di cui avevamo già parlato precedentemente.
Sicuramente le attività aerobiche maggiormente indicate sono la camminata VELOCE, la corsa, il nuoto, la bici… insomma: attività facilmente eseguibili da tutti, tenendo conto solamente di quelle che possono essere le nostre predisposizioni a praticarle o, come nel caso della corsa, le eventuali limitazioni articolari che al contrario non ne consentono un facile svolgimento. Teniamo inoltre conto che la corsa, avendo un importante impatto sulle articolazioni delle ginocchia può essere, soprattutto nei casi di sovrappeso importante, addirittura danneggiante!

Ma torniamo a noi… perchè ho specificato “veloce”?

Beh, perchè qui torniamo al discorso della frequenza cardiaca che abbiamo calcolato con la formuletta! Parlare di “veloce” è sempre un modo di dire relativo rispetto alla persona, ma se consideriamo la nostra frequenza cardiaca di riferimento sicuramente avremo modo di rendere la nostra attività più personalizzata.

Ricordate la formuletta per calcolare la frequenza cardiaca massima? Eccola: 226 -la vostra età, ad esempio: ho 32 anni, quindi 226-32 = 194 battiti. Questa sarà la mia frequenza cardiaca massima.
Per questo motivo vi invito a provare a monitorare i vostri battiti costantemente contando che siano compresi nel range suggerito che va dal 70% all’80%, non più basso e non più alto.

Come si fa? Ho calcolato la mia frequenza cardiaca massima ovvero 194, quindi moltiplicheremo 194 x 0.70 oppure 0.80. Risulta che i miei battiti per lavorare in una zona aerobica dovranno stare fra i 136 e i 155 battiti al minuto. Facile vero?
Avere un cardiofrequenzimetro che consenta di guardare lo schermo anzichè calcolare costantemente, può essere certamente d’aiuto!

E’ tutta questione di allenamento… all’inizio la sensazione del fiato corto sarà decisamente più difficile da gestire ma, come in ogni cosa, a forza di provare si migliora!

Autore: Lavinia Corapi

Ciao, mi chiamo Lavinia! Mi cupo di sport e fitness. Il mio lavoro vuole porre in luce quegli aspetti essenziali e spesso tralasciati dell’importanza del movimento per la cura e il controllo di diverse patologie tra cui, come in questo caso, la PCOS.