Alcuni studi condotti su donne affette da PCOS hanno evidenziato i benefici di una giusta assunzione di zinco.
Lo sappiamo bene: una dieta adeguata, personalizzata e per bilanciata dal punto di vista dei macro e micronutrienti, ma anche dal punto di vista dell’impatto metabolico (indice e carico glicemico e insulinico) sono il trattamento di prima linea per la gestione della PCOS. È quello che si intende per stile di vita, prescritto da tutte le linee guida per prevenire complicanze future e vivere il presente riducendo l’impatto che la PCOS sulla vita di una donna.
Così come è importante avere una buona organizzazione del pasto nella sua struttura, lo è anche non far mancare al proprio organismo alcuni micro elementi (come lo zinco, il selenio, il magnesio, e molti altri) che hanno funzioni biologiche determinanti in tutti, ma soprattutto nelle donne con PCOS.
Cos’è lo zinco?
Lo zinco è un micro nutriente essenziale, non energetico, che l’organismo non è in grado di produrre e l’unico modo per ottenerlo è assumerlo con la dieta o con integratori specifici. Abbiamo riserve organiche molto limitate, 2-3 g di zinco, contrate principalmente negli organi del tratto riproduttivo. Lo stato dello zinco nell’organismo dipende dal sesso, dall’età, dalle condizioni fisiologiche e dalla dieta
Lo zinco è coinvolto in numerosi aspetti del metabolismo cellulare e nella protezione dai danni ossidativi e infiammatori. È necessario per l’attività catalitica di circa 100 enzimi e svolge un ruolo nella funzione immunitaria, nella sintesi proteica, nella guarigione delle ferite, nella sintesi del DNA e nella divisione cellulare e anche nella stessa molecola di insulina, in un momento specifico della sua maturazione negli isolotti pancreatici e serve a garantirne la stabilità molecolare. Ha anche una funzione determinante nella salute di unghie e capelli, nella funzionalità della tiroide e nella protezione del sistema cardiovascolare.
Lo zinco sostiene la crescita e lo sviluppo del feto durante la gravidanza, l’infanzia e l’adolescenza ed è necessario per il corretto senso del gusto e dell’olfatto.
La biodisponibilità dello zinco dipende dalla sua forma chimica, dalla sua solubilità e dalla presenza di altre sostanze negli alimenti che influenzano l’efficienza dell’assorbimento dello zinco. Di solito aumenta con l’assunzione di proteine animali rispetto a quelle vegetali, per cui chi sceglie una linea vegetariana o vegana, deve essere più attenta alla possibile bassa introduzione dietetica. Infatti, i principali ostacoli all’assorbimento di zinco sono i fitati, contenuti nella crusca, presenti negli alimenti integrali, che legano irreversibilmente lo zinco nel lume intestinale impedendo di assorbirlo.
Chi soffre di celiachia ha tendenza al malassorbimento intestinale e occorre una attenzione in più, ai livelli di zinco ematici.
I livelli raccomandati secondo le tabelle LARN italiane (1996 e revisioni successive) sono di circa 7 mg al giorno.
Possiamo diventare carenti di zinco perché ne assumiamo poco con la dieta, perché abbiamo uno scarso assorbimento intestinale, in caso alcolismo o malattie renali o epatiche.
I sintomi della carenza di zinco
Si possono perdere i capelli a ciuffi, si può avvertire stanchezza e irritabilità, il senso del gusto e dell’olfatto possono ridursi e possono svilupparsi eruzioni cutanee caratteristiche. Se non trattata la carenza di zinco può portare a disturbi intestinali, febbre, sonnolenza, e anche anemia e compromissione della risposta immunitaria.
Molti studi hanno dimostrato che lo zinco può essere di aiuto nella gestione della PCOS.
Come posso sapere se ho una carenza di zinco?
Occorre includerlo negli esami del sangue o delle urine, ma occorre tenere presente che non è accurato al 100%. Lo stato nutrizionale dello zinco è difficile da misurare a causa della sua distribuzione nell’organismo come componente di varie proteine e acidi nucleici. I risultati di laboratorio variano anche a seconda dell’ora del giorno in cui sono stati effettuati.
Quindi , se si sospetta una carenza di zinco, si procede, oltre che con la valutazione degli esami del sangue con l’analisi medica e in base alla risposta alla somministrazione di integratori.
5 ragioni per cui lo zinco fa bene alla PCOS
- Caduta dei capelli. Il 40-70% delle donne con PCOS ne soffre ed è una delle condizioni più difficili da trattare. È causata dall’aumento degli androgeni, in particolare dalla più efficare trasformazione del testosterone in diidrotestosterone ad opera di un enzima, la 5 alfa reduttasi. Un studio, su 48 donne con PCOS ha dimostrato che 50 mg al giorno di zinco per 8 settimane hanno avuto effetti benefici sull’alopecia andogenetica.
- Irsutismo. Il 60-80% delle donne con PCOS ha un eccesso di peli in zone tipicamente non femminili. Lo stesso studio di cui sopra, mostra che anche sull’irsutismo l’integrazione di zinco hanno avuto effetti benefici sulla crescita e la quantità di peli. Si ipotizza anche una riduzione della produzione di androgeni sia di origine ovarica che surrenalica, potenziata anche dall’assunzione contemporanea di magnesio e vitamina D.
- Tiroide. Molte donne con PCOS hanno anche problemi alla tiroide. Lo zinco è fondamentale per il corretto metabolismo degli ormoni tiroidei; la carenza di zinco può provocare una diminuzione dei livelli di ormoni tiroidei e un calo del tasso metabolico a riposo (RMR). L’integrazione di zinco sembra avere un effetto positivo sui livelli di ormoni tiroidei, in particolare sulla T3 totale e sul RMR.
- Fertilità. La PCOS è la prima causa di infertilità anovulatoria. Gli studi dimostrano che una carenza di zinco può influire negativamente sulle prime fasi dello sviluppo degli ovuli, riducendo la capacità delle cellule uovo di dividersi e di essere fecondate. Questo può influire sui mesi di fertilità. L’attenzione alla giusta assunzione di zinco riguarda anche gli uomini. Quando i livelli sono adeguati, mantiene la normale omeostasi del testosterone e i parametri della fertilità maschile, come la conta degli spermatozoi, la densità e la motilità
conta degli spermatozoi, densità, motilità, morfologia e vitalità, pH seminale e volume dello sperma. - Controllo della glicemia e miglioramento della sensibilità insulinica. Il 50% delle donne con PCOS ha un rischio aumentato di sviluppare di diabete o prediabete entro i 40 anni, se non si prende cura del proprio stile di vita. La buona notizia è che la dieta e lo stile di vita possono prevenire efficacemente questa complicanza. Quando si cerca di prevenire il diabete, si è soliti concentrarsi su macronutrienti come i carboidrati e sui grassi, ma anche elementi come il magnesio e lo zinco sono importanti. Una revisione sistematica e meta-analisi di 24 studi ha dimostrato che chi assumeva integratori di zinco aveva una glicemia a digiuno più bassa e un’HbA1c (emoglobina glicosilata) più bassa.
Ma anche:
- riduce la stanchezza, gli sbalzi d’umore e l’iperattività psicomotoria.
- migliora il sistema immunitario
- favorisce il rinnovamento della pelle in quanto è coinvolto nella corretta formazione dei tessuti connettivi e nella sintesi del collagene.
Gli ultimi studi sulla fertilità dicono che
Sebbene siano ancora studi su un modello animale, la carenza di zinco nelle donne potrebbe causare una serie di condizioni patologiche come alterazione della sintesi e/o della secrezione dell’ormone follicolostimolante (FSH) e dell’ormone luteinizzante (LH), prolungamento del periodo di gestazione, aborto, parto ritardato e prolungato con sanguinamento eccessivo, contrazioni uterine inefficaci e scoordinate.
In più, lo zinco agisce anche come cofattore degli enzimi del ciclo dei folati, che sono coinvolti nel riciclo dell’omocisteina in metionina, importanti per la fertilità. L’omocisteina, che è considerata un indicatore negativo della qualità degli ovociti, aumenta durante la stimolazione ovarica e, quando entra nell’ovocita, può indurre una metilazione difettosa, stress ossidativo, apoptosi e disfunzioni cellulari.
Zinco e sindrome premestruale nelle donne con PCOS
Le donne con PCOS con una sindrome premestruale molto difficile hanno mostrato concentrazioni più basse di zinco nella fase luteale rispetto ai controlli, il che può indicare una carenza di zinco.
Lo zinco potrebbe anche prevenire gli spasmi e il dolore grazie alla sua azione antiossidante e antinfiammatoria. Questo metallo partecipa alla regolazione dello stato infiammatorio cronico attraverso la riduzione citochine infiammatorie. Prova quindi ad assumere una buona quantità di zinco con gli alimenti, per 3-6 giorni prima e durante le mestruazioni. Lo dicono gli studi!
Quanto zinco assumere se hai la PCOS?
Nonostante le prescrizione nazionale e internazionali fissino un fabbisogno quotidiano di circa 7-8 mg, le donne con PCOS pare mostrino fabbisogni superiori alla popolazione generale, che arrivano a circa 30mg/die. Ogni donna ha le sue necessità, ma occorre non superare i 40mg al giorno. Una assunzione superiore potrebbe inibire l’assorbimento di un altro minerale importante, il rame.
Cosa mangiare per introdurre più zinco
Quando non è sufficiente l’alimentazione, occorre integrare ma assicurati di mangiare regolarmente questi elementi naturalmente ricchi di zinco: carne e pesce, cereali (germe di grano e avena), legumi, frutta secca e nei semi (zucca, sesamo e girasole).
Alte percentuali di zinco si trovano anche nel lievito di birra (10mg di zinco si trovano in 100g di lievito), nei funghi (in 100g si trova la dose raccomandata dalle linee guida), nel cacao e nel cioccolato fondente, nelle noci, soprattutto quelle brasiliane) e nel tuorlo d’uovo.
Se stai assumendo un integratore per la fertilità, assicurati che sia sempre presente una adeguata quantità di zinco.
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