Il sonno e i suoi sogni

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Perché dormiamo? Perché sogniamo? È davvero così importante la qualità del sonno per il nostro benessere? Davvero i sogni non servono a nulla? Possibile? Ecco cosa è bene sapere per dormire al meglio: perché nessun percorso di salute può prescindere dall’attenzione a come effettivamente trascorriamo le ore della pausa notturna.

Passiamo circa un terzo della vita addormentati ma la medicina finora ha trovato poche risposte su questo aspetto della nostra esistenza: nonostante la mancanza di sonno sia incompatibile con la vita, non abbiamo ancora capito perché trascorriamo così tanta parte dell’esistenza addormentati. Il sonno è uno dei ritmi fondamentali del nostro organismo, una spia estremamente sensibile ed affidabile della nostra salute psicofisica. È importante dormire bene, cioè un numero sufficiente di ore ed in modo riposante. La diminuzione di sonno, anche di poche ore a notte per un certo periodo, produce danni severi: si incrementa infatti la produzione di ormoni e neurotrasmettitori (sostanze che mediano il passaggio di informazioni e l’attivazione delle cellule nervose) che vanno ad interessare i sistemi nervoso, ormonale ed immunitario. Gli effetti sono l’aumento della pressione arteriosa, della fame, dell’ansia e dell’irritabilità, della reattività (cioè dell’aggressività) e nella diminuzione della capacità di concentrazione. Durante una dieta è allora fondamentale dormire bene.

Naturalmente quando attraversiamo momenti di preoccupazione e/o di malattia spesso la quantità e la qualità del nostro sonno ne risentono negativamente. Le emozioni, infatti, non sono solo “stati d’animo”: hanno sempre un correlato neurofisiologico, l’interessamento cioè di molteplici zone cerebrali, con riflessi su tutti i nostri sistemi. Lo possiamo facilmente notare da come le emozioni letteralmente si riflettono sul nostro corpo, per esempio facendoci arrossire o impallidire, o magari correre in bagno! Esse nascono in sedi appropriate del cervello ma i loro effetti coinvolgono tutto l’organismo. Tornando al sonno, il rimugino, l’ansia, la paura, lo sconforto producono delle interferenze con tutte le nostre funzioni. In particolare proprio sul sonno. Forse proprio perché è un sintomo frequente, poche persone se ne curano. E sopportano per lunghi periodi il fatto di dormire poco e male.

Sono soprattutto le donne ad imporsi di “resistere”. Grave errore: l’insonnia aggrava lo stato di stress ed in caso di malattia affatica ulteriormente l’organismo, rallentando la ripresa e la guarigione. Si nega il bisogno di riposo e recupero di cui l’organismo necessita per potersi dedicare ai processi di riparazione e di trasformazione verso la salute. Quando si dorme male sarebbe bene fermarsi e cercare più occasioni per stare coricati, in tranquillità e dedicarsi al sonno. Cosa ci può aiutare? Ci sono semplici accorgimenti che favoriscono un riposo ristoratore. Arrivati a fine giornata, dopo le 20, dobbiamo evitare l’attività fisica e rallentare il ritmo: abbassare le luci, limitare i rumori, abbandonare gradualmente tutte le faccende. Una buona tisana calda rilassante, un lungo bagno caldo sono molto consigliati. Banditi dalla camera da letto tutti i dispositivi elettronici ed elettrici: niente tv a letto, musica ascoltata in cuffia ma nemmeno letture su display. Il buon vecchio libro, invece, rimane un ottimo compagno.

Un cattivo sonno ci suggerisce, anzi ci impone uno stop: e spesso reca altri numerosi messaggi attraverso i sogni che lo agitano. Non è raro che nei momenti difficili, quelli appunto che ci tolgono il sonno, si facciano molti incubi. Probabilmente perché lo stato di angoscia e di stanchezza abbassano le nostre difese psichiche e le informazioni depositate negli strati più profondi della psiche si fanno strada sotto forma di incubi. Che possono essere terribili: ma rimangono preziosi. Interrogarli ed ascoltarli può dirci molto di quello che davvero stiamo vivendo.

Nella cultura occidentale moderna si dà scarsa attenzione all’attività psichica notturna. Eppure da tempo immemorabile l’essere umano interroga in vari modi la propria produzione onirica alla ricerca di significati utili, di indicazioni nascoste. Il grande medico Ippocrate, uno dei padri della medicina moderna, per formulare una diagnosi si faceva raccontare cosa il suo paziente sognasse: e nel caso non lo ricordasse, forniva bevande drogate facendolo dormire in una grotta apposita, per favorirne proprio la produzione onirica, considerata elemento fondamentale per capire di cosa soffrisse esattamente la persona. E di cosa necessitasse per guarire. Oggi i medici hanno perso dimestichezza coi nostri sogni. Non sanno più utilizzarli ed hanno finito per credere che non servano a nulla.

Siete convinte di non sognare? Niente affatto! Probabilmente non ricordate i vostri sogni. Il cervello resta sempre attivo durante il sonno, nonostante la maggior parte degli input provenienti dai 5 sensi si blocchino e cessino i segnali nervosi inviati ai muscoli (ecco perché di norma rimaniamo coricati e non “recitiamo” i sogni!!). Ma la mente continua a lavorare: anzi, in una fase specifica, detta REM (“rapid eye movement”) l’attività cerebrale è simile a quella in veglia. Li si collocano la maggior parte dei nostri sogni. Anche se non li ricordiamo. Il sonno REM è prezioso, per esempio è correlato alla nostra capacità di apprendimento. Abbiamo bisogno di dormire, e di dormire molto sonno REM (le fasi REM si allungano verso la mattina, cioè dopo che abbiamo dormito un certo numero di ore). La neurofisiologia e la neuropsicologia ci spiegano oggi che i sogni servono a riorganizzare in esperienza ciò che viviamo. Le psicologie del profondo, la psicoanalisi, dal canto loro affermano che sono messaggi molto autentici su quanto realmente proviamo, sentiamo e desideriamo.

Freud sosteneva che il sogno fosse “la via regia all’inconscio”: cioè alla parte più sepolta ma più autentica di noi stessi. Tutti si sogni sono importanti, inscenano sempre una parte di noi: tutti i protagonisti sono nostre parti che emergono, si fanno “vive” per essere osservate. Senza giudizio, senza paura. Ciò che sogniamo è sempre vero. Uccido qualcuno? Beh, facciamoci coraggio perché significa che proviamo astio e rabbia per quella persona. Quando ci capita qualcosa di nuovo, spesso “reagiamo” con un sogno. Una notizia, un incontro, un cambiamento, un evento ingaggiano la nostra psiche, l’inconscio risponde sempre. E non mente mai. Non importa cosa state vivendo: lui è in grado di dirvi cosa si agita nel profondo di voi ma anche quali sono le soluzioni, ciò di cui avete davvero bisogno.

Autore: Barbara Alessio

Mi chiamo Barbara e sono una psicologa psicoterapeuta psicodiagnosta. Da quasi 25 anni accompagno le persone in percorsi di crescita, cura, sviluppo. Parlo alle donne per aiutarle nel loro cammino, per non lasciarle sole, per ascoltarle, sostenerle, sciogliere i loro dolori e spronarle a prendere in mano la loro vita e la loro salute. Psicologa con iscrizione all'Ordine degli Psicologi del Piemonte n. 1839.

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