Ho deciso di dedicarmi allo studio della Sindrome dell’Ovaio Policistico quando ero molto incerta su quale argomento avrei sviluppato per la stesura della mia tesi di laurea in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione Umana.
Una bellissima lezione universitaria mi ha letteralmente folgorata e la scelta è stata semplice: PCOS.
L’ho capito subito che sarebbe stato un argomento difficile: tanti aspetti coinvolti ma nessuno sembrava essere il vero responsabile. La PCOS è un circolo vizioso che si autoalimenta e che trascina in un vortice negativo la femminilità alle donne.
Ho iniziato con uno studio creato da me. Dopo una aver scartabellato libri e libri, letto articoli su articoli e studi svolti in ogni parte del mondo, sono giunta alla creazione di un questionario e un pannello di valutazioni fisiche che mi hanno permesso di capire qualcosa in più di ciò che stava accadendo (e accade ancora oggi) alle donne con la PCOS.
E’ stata una bellissima esperienza, ho conosciuto e mi sono confrontata con moltissime donne afferenti all’ambulatorio di endocrinologia in cui svolgevo il mio praticantato. Tutte con una sofferenza particolare, tutte con la voglia di capire… capire perché il ciclo non arriva, perché questo comporta una grossa difficoltà a dimagrire… cosa c’entrano i peli e perché si perdono tanti capelli… perché tutti quei brufoli…
Innanzitutto partiamo dalle osservazioni e soprattutto dallo sfatare alcuni miti:
Prima di tutto:
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La magrezza non esclude la Sindrome dell’Ovaio Policistico. Nonostante sia più frequente la condizione di sovrappeso/obesità nelle donne con PCOS, almeno un 30% delle diagnosi sono fatte alle donne un peso nella norma.
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Solo chi ha cisti ovariche ha la PCOS. Non è così: solo il 70% delle donne con PCOS mostra cisti all’ecografia.
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Il ciclo regolare esclude la PCOS. Alcune donne con PCOS hanno un ciclo assolutamente puntuale spesso tale da permettere l’ovulazione, che può essere presente ma non nel giorno atteso. Questo non impedisce alla donne di avere un concepimento spontaneo (quando meno ce lo si aspetta, insomma!).
Ma andiamo ai miei risultati:
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Solo il 40% delle donne intervistate faceva regolarmente attività fisica durante tutto l’anno (sono davvero pochissime!!!).
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L’indice di massa corporea medio era di 27: sovrappeso. Una discreta percentuale era perfettamente in forma.
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La circonferenza dell’addome superava in quasi tutte i 90 cm, segno che la pancia, o meglio l’adiposità sulla pancia (beh, suvvia: la pancetta), è strettamente legata alla PCOS.
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La metà delle donne dichiarava di mangiare fuori pasto, compulsivamente, raramente per fame ma soprattutto per noia, rabbia, delusione, tensione (la Dott.ssa Barbara Alessio ci parlerà molto a proposito di questo argomento, leggi l’articolo QUI.)
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Il questionario alimentare mostrava una forte tendenza all’assunzione di proteine animali e di grassi. Più le donne riferivano una dieta di questo tipo più erano evidenti i segni e sintomi delle PCOS, quindi più peli, più acne, più sovrappeso e pancia, più irregolarità mestruali (ecco perché la dieta è molto, molto importante).
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Infine: l’indice ed il carico glicemico (o di zuccheri) del pasto, riferito dalle pazienti con più sintomi legati alla PCOS, era molto alto al mattino e a pranzo. Ovvero una colazione con cappuccino e brioche e una pasta o un panino al volo (che spesso comporta una fame da lupi a cena…), alla PCOS non fanno per niente bene!
I miei, certamente, sono dati incompleti, su un gruppo di donne molto piccolo rispetto a quello che è normale per uno studio scientifico regolare e per poter fare delle generalizzazioni, ma offre molti spunti di riflessione.
Cosa ne pensi? Ti ritrovi nella descrizione e nei risultati?
Allora cosa è bene non mangiare con pvaio policistico ???
Cara Giusi,
non esistono indicazioni generiche né cibi del tutto vietati per chi soffre di PCOS: questa sindrome si manifesta in diversi modi da donna a donna, per cui l’alimentazione appropriata è sempre quella analizzata su misura. Per chi manifesta sintomi di acne accentuata, ad esempio, è bene ridurre il consumo di latte e latticini, chi invece soffre di insulino resistenza deve fare attenzione agli alimenti con alto indice glicemico.
La cosa importante è seguire una dieta che sia equilibrata nell’organizzazione dei pasti, in modo da fornire all’organismo le corrette porzioni di ogni nutrimento. Il nostro consiglio è sempre quello di rivolgersi ad un nutrizionista esperto che sappia valutare, dopo un’attenta analisi, il quadro clinico del paziente e da qui indicare la linea dietetica migliore per la propria condizione.
Se ti interessa approfondire l’argomento, oltre a tutti gli articoli di nutrizione che trovi qui sul nostro blog, dai uno sguardo anche a questo: https://www.lotusflowerpcos.com/la-dieta-ideale/