È decisamente un momento delicato per te: dopo aver ricevuto una diagnosi di PCOS hai scoperto che la tua miglior medicina sarà l’alimentazione. Wow! Il grande medico greco Ippocrate, uno dei padri dell’arte medica, veramente lo sosteneva già circa 2500 anni fa! Eppure a tutti fa così paura l’interferenza nelle abitudini della tavola, e che di fatto costituiscono il cuore e lo scheletro del nostro stile di vita. In realtà questo è proprio il nodo del problema: l’abitudine e gli schemi di pensiero errati.
- Sapere di avere una malattia è il primo passo verso la guarigione: che bello avere consapevolezza! Ora puoi fare le cose giuste per te, quelle proprio che servono a te, su misura. Smetti di concentrarti sul cibo: non è quello il problema. E nemmeno la tua malattia. Piuttosto, sei all’inizio di una svolta perché finalmente cominci a conoscerti, a capire chi sei e dunque a rispettarti e ad occuparti di ciò che ti serve davvero. Non cadere nel vittimismo e nell’autocommiserazione. Adesso sai e puoi scegliere: devi solo scegliere di vivere e stare bene;
- Non pensare di fare tutto da sola, non inventarti nulla, non affidarti al primo che capita per la formulazione della dieta: chi ti segue deve avere esperienza specifica nel campo della PCOS, deve prenderti in carico attraverso una visita e la rilevazione di alcuni parametri, deve studiare una dieta altamente personalizzata e deve saperti accompagnare sia dal punto di vista nutrizionistico che psicologico. Per questo un approccio di equipe sarà sempre preferibile ad uno condotto da un solo specialista. Pretendi per te il massimo dell’aiuto ed evita coloro i quali sanno curare ma non prendersi cura di te in tutti i problemi, difficoltà, dubbi, fatiche che vivrai nel tuo percorso terapeutico. Sentirti accolta, sostenuta, capita e, soprattutto, non sentirti sola faranno la differenza. Perché l’unica cosa che ti serve davvero adesso è la fiducia;
- Non pesarti mai: sarà la biologa nutrizionista a farlo durante i controlli. L’ansia è la peggior nemica e pesarsi è inutile, ti mette in agitazione. Non è questione di peso ma di essere liberi di scegliere il meglio per sè. Il problema vero è l’abitudine: hai sempre mangiato in un certo modo, hai ritmato la tua vita su abitudini che ora hai scoperto essere non adatte a te, tossiche per te. Il problema sono gli automatismi: devi cambiare abitudini. Ecco perché la biologa nutrizionista ti ha fornito un programma: per sostituire le abitudini dannose ed imparare un altro ritmo. Non pensare che sia impossibile e che non ce la farai: tutti possediamo le risorse per cambiare rotta. Evita di pensare alla dieta come ad un nemico esterno che sta minando la tua tranquillità o come ad una tabella di marcia che punisce ogni tua debolezza: la dieta è un vero e proprio “personal trainer” che ti coccola tutto il giorno, e che amorevolmente ti consiglia ciò di cui il tuo corpo ha disperatamente bisogno ma che la tua mente non conosceva. Attraverso sostanze sane e nutrienti, assolutamente benefiche, la dieta ti porterà verso la vita, verso un miglio restato di energia e salute. Ti sentirai meglio, più in forza, più in salute e più bella;
- Non concentrarti sulla “restrizione” perché in realtà ciò che stai facendo è piuttosto un nuovo apprendimento. Osserva bene il tuo regime alimentare: è ricco, variato, contiene cibi gustosi. La dieta non è un elenco di impedimenti o di cibi vietati: è il divertimento di scovare tutto quello che di sano la natura e la cultura ci possono offrire, evitando, come in un gioco, le trappole!!! La dieta è salute che immettiamo in circolo, attraverso l’alimento ed attraverso le emozioni: ricorda che la parola “dieta” deriva dal greco e nel suo significato originario significava proprio “modo di vivere”. Pertanto usa questa occasione per fare ordine, allontanando tutte le persone “tossiche” ma anche tutte le cose che in casa non ti servono, fanno disordine, sono inutili o rotte. Fai circolare ossigeno, respirando bene, usando la respirazione “di pancia”, addominale e profonda: ma anche liberando cassetti e armadi;
- Non mangiare mai in piedi, al tavolo di lavoro, di corsa mentre rincorri un autobus. Prepara con cura il tuo cibo, prepara con grazia il luogo dove lo consumi. Prima di cominciare a mangiare osserva il tutto, i colori, la loro bella disposizione sul piatto. Allontana rumori e persone moleste, non guardare la tv né leggi alcunché. Puoi goderti il silenzio del momento o se vuoi mettere una musica rilassante piuttosto bassa. Altro che sacrificio: è un rifugio, stai facendo il pieno di salute e tranquillità;
- Non strafare: attieniti ai consigli e non autolimitarti o mortificarti con sedute tremende di attività fisica o limitazioni decise in autonomia. Non sei in punizione: stai imparando un nuovo linguaggio, che riguarda gli alimenti ed i bisogni del tuo corpo. E’ bene evitare sforzo fisico dopo le 19 di sera, è bene curare il riposo ed il sonno (nel sonno il ritmo ormonale è collegato all’appetito ed al metabolismo dei principi nutritivi);
- Ti viene fame tra un pasto e l’altro? Prendi un quaderno ed annota come ti senti, cosa stai vivendo, cosa ti succede. Se ti fermi e ti scotti sicuramente comprendi che non è “fame” ma un disagio per qualcosa che ti sta capitando, un’emozione spiacevole che probabilmente finora hai sepolto col cibo. Mangiare non serve a nulla allora: il problema è piuttosto quello di imparare a tollerare le emozioni spiacevoli. Inutile mangiare: meglio chiedere aiuto ed impegnarsi in un percorso per lasciare andare le emozioni spiacevoli, imparare a riconoscerle e gestirle invece di seppellirle sotto il cibo. Ecco perché avere un’equipe che ti segue è più efficace: le soluzioni esistono e tu puoi stare meglio. Non avere paura di chiedere aiuto perché a tutti prima o poi capita di avere bisogno. C’è chi è in grado di capirti e di rispondere ai tuoi bisogni, la parte più difficile è accettarlo. Forza, sei sulla buona strada.