La PCOS e menopausa: cosa cambia nel climaterio?

Tags: , , , , , ,

La menopausa e l’ingresso nella fase della vita chiamata climaterio, lasciando alle spalle l’età fertile, spaventa le donne con PCOS come se questo un salto nel buio. Qualcuna non vede l’ora di “non comprare più assorbenti”, altre (e a dire la verità sono la maggior parte) quel ciclo non lo vogliono proprio lasciare andare.

Pressate da possibili gravi complicazioni legate alla PCOS, la tensione sale.

Si vive questo passaggio naturale con negatività, non solo con la percezione di invecchiare e di non funzionare più come prima, ma soprattutto di aprirsi ad una serie di complicanze, come un destino che non si può cambiare. Non è così, si può fare molto per convivere con la PCOS in serenità anche nel periodo del climaterio. 

Le paure più comuni di chi ha la PCOS

“Sono in pre-menopausa ed il mio corpo sta cambiando!”. Pelle è non più luminosa e il corpo si sta arrotondando proprio su pancia, fianchi. Qualcuna aumenta la taglia di reggiseno (ma senza alcun entusiasmo) e si vede “gonfiare” proprio sulla parte centrale del corpo. Non solo l’aumento di peso: la paura del diabete, delle malattie cardiovascolari e anche di sviluppare qualche forma di tumore.

Sì, perché basta scavare un po’ nella storia personale per capire che, anche a chi non è stata apertamente diagnosticata, la PCOS o qualcosa di affine, non è una cosa nuova. E si capisce anche che la PCOS non è solo un problema delle figlie, ma anche delle madri che hanno trascorso anni nell’oscurità di non sapere cosa stava accadendo al loro corpo.

20-30 anni fa, la PCOS non si conosceva, o meglio, non si riconosceva e quindi non si diagnosticava. In secondo luogo, etichettandolo, in passato, “solo” come un problema delle ovaie, l‘idea era che con l’arrivo della menopausa, tutto sarebbe passato. Poi le osservazioni sono state altre e quindi, solo di recente si è guardata la PCOS con una prospettiva molto più ampia.

Cosa dicono le evidenze scientifiche

La PCOS è un disturbo genetico, con forti componenti endocrino-metaboliche, oltre che psicologiche, che accompagna la vita della donna nelle varie fasi della vita, quindi anche nel climaterio.

La PCOS quindi, è una condizione che dura tutta la vita ed è associata a una serie di rischi metabolici e non metabolici per la salute a lungo termine che possono andare ben oltre l’età riproduttiva, tra cui l’obesità, l’intolleranza al glucosio e il diabete di tipo 2, l’ipertensione, la dislipidemia, la sindrome metabolica, l’apnea ostruttiva del sonno, il cancro endometriale, la depressione e l’ansia.

Passati i circa 50 anni (anche se le donne con PCOS sembrano andare in menopausa circa 2 anni più tardi in media) è vero che il problema dell’irregolarità e della fertilità vengono meno, ma si apre uno scenario diverso, legato più agli aspetti metabolici, alle conseguenze dell’insulino-resistenza (quando non tratta adeguatamente), condizionata a sua volta, dall’iperandrogenismo.

Si parla di una forma di PCOS più metabolica, insomma. Non sono aumentati i livelli di androgeni nelle donne con PCOS in menopausa rispetto a chi non ce l’ha.

In generale, la PCOS migliora andando avanti con l’età (dopo i 35-40 anni), e lo si nota con l’aumento dei cicli mestruali regolari per anno, la diminuzione del volume ovarico e del numero di follicoli (così come diminuisce l’AMH) e dalla diminuzione dei livelli sierici di ormoni maschili.

Tuttavia, al momento, non è chiaro (ma è possibile) se il miglioramento della sintomatologia della PCOS, durante la peri- e postmenopausa sia associato a una riduzione dei rischi per la salute a lungo termine.

La PCOS nel corso della vita della donna

La PCOS cambia nel tempo, ed è spesso per questo che sfugge alla sua identificazione. Sai come? 

  • Nelle adolescenti i sintomi più frequenti sono: acne, eccesso di peli, ciclo irregolare, disturbi del comportamento alimentare, mood depresso, con bassa autostima, ansia e forte stanchezza.
  • Fra i 20 e i 40 anni è possibile che la PCOS si presenti con ciclo irregolare che migliora dopo i 30 anni, subfertilità, ma con un miglioramento complessivo dei sintomi presenti nell’adolescenza, ma con un inizio di intolleranza glucidica a digiuno. Un segno tipico del pre-diabete, più comune nelle donne con elevato BMI.
  • Verso la menopausa, il ciclo probabilmente sarà regolare ma si faranno più presenti i sintomi da iperandrogenismo come la caduta dei capelli, qualche pelo in più e le manifestazioni dell’insulino-resistenza, come aumento della circonferenza addominale, e un aumento del rischio di sviluppare diabete e pressione alta.
Tratto da: Polycystic ovary syndrome and aging: Health implications after menopause. Maturitas 2020 Sep;139:12-19

L’attore principale, in questa fase della vita, è il grasso addominale. Risultato dell’insulino-resistenza e/o iperinsulinemia, la “pancetta” è, non solo antiestetica, ma soprattutto produttrice di sostanze pro-infiammatorie che mettono a rischio la salute della donna sul lungo periodo. Le cellule di quel tessuto adiposo acquisiscono grassi, perchè sono particolarmente sensibili all’azione dell’insulina.

Nello specifico, analizziamo tutti gli aspetti:

  • Aumento di peso. L’aumento dell’indice di massa corporea (BMI) è un dato importante nelle donne dopo la menopausa. Le evidenze attuali indicano che l’aumento di peso nella mezza età è influenzato principalmente dall’invecchiamento, ma i cambiamenti dell’assetto ormonale durante la transizione menopausale sono associati a cambiamenti nella composizione corporea a favore dell’aumento di massa grassa a livello addominale. Questo è un dato confermato da un recente studio (Meun et al.) in cui sono state osservate 200 donne con PCOS di età superiore ai 45 anni (età media 50,5 anni; 12,6% in postmenopausa) e 200 controlli di pari età (40,5% in postmenopausa), in cui si è valutato un BMI più elevato e un aumento della circonferenza vita (WC) nel gruppo di donne con PCOS.  Quindi, statisticamente le donne con PCOS tendono a prendere più peso di chi non ce l’ha.
  • Diabete di tipo 2. In una recente meta-analisi comprendente 40 studi, le donne con PCOS (l’età media era di circa 30 anni nella maggior parte degli studi inclusi) presentavano un rischio circa tre volte superiore di alterata tolleranza al glucosio e di diabete mellito di tipo 2, rispetto ai controlli. Non tutti gli studi sono concordi su questi risultati ma nel climaterio, una condizione spesso associata all’insulino-resistenza, le donne con PCOS possano trovarsi in una condizione di svantaggio.
  • Ipertensione. Recentemente, una meta-analisi comprendente 30 studi ha riportato che la prevalenza di ipertensione era più alta nelle pazienti con PCOS rispetto alla popolazione di controllo.
  • Dislipidemia. La dislipidemia che porta le nostre arterie ad irrigidirsi, definita come basso livello di colesterolo delle lipoproteine ad alta densità (HDL-C), trigliceridi elevati e dimensioni delle particelle delle lipoproteine a bassa densità (LDL), è altamente prevalente nelle donne PCOS in età riproduttiva, riscontrata fino al 70% delle pazienti con la sindrome. Questo pattern lipidico è comune anche nella popolazione femminile generale dopo la menopausa ed è principalmente la conseguenza dell’insulino-resistenza.
  • Aumento del rischio cardiovascolare. Ci sono dati sostanziali che riportano che i marcatori di malattia arteriosa subclinica precoce, come l’aumento dello spessore dell’intima media carotidea e la calcificazione delle arterie coronarie sono più prevalenti nelle pazienti con PCOS. Nonostante questo li studi al momento sono ancora limitati e questo aspetto andrà approfondito in futuro.
  • Depressione e disturbi dell’umore. La transizione verso la menopausa costituisce una fase critica per i disturbi dell’umore in tutte le donne. L’aumento della vulnerabilità alla depressione e all’ansia in questa fase della vita è stato attribuito alle variazioni ormonali, ai sintomi somatici della transizione menopausale (sintomi vasomotori, problemi del sonno), ai fattori di salute (aumento del BMI, condizioni mediche croniche), ai fattori di stress psicosociale e all’anamnesi di ansia o di precedenti episodi di depressione. Le donne con PCOS hanno maggiori probabilità di soffrire di disturbi dell’umore. Una recente revisione sistematica e meta-analisi di Cooney et al. ha riportato probabilità significativamente maggiori di sintomi depressivi e di ansia nelle donne con PCOS ben definita rispetto ai controlli, indipendentemente dal peso corpore. Le cause alla base dell’associazione tra PCOS, depressione e ansia non sono chiare. Si propone che l’obesità, l’infertilità, l’iperandrogenismo e l’IR abbiano tutti un ruolo predisponente.
  • Cancro. Nonostante esistano pochi studi a riguardo, la disfunzione ovulatoria, che causa una prolungata esposizione agli estrogeni non bilanciati dalla giusta quota di progesterone, può mettere le donne con PCOS ad un rischio maggiore di sviluppare tumori estrogeno-dipendenti. Anche altri fattori di rischio per questi tumori, come l’obesità, il T2DM, la nulliparità (il non aver avuto gravidanze), il primo parto in età avanzata, sono più comuni tra le donne con PCOS. I dati attuali sulla relazione tra PCOS e cancro pendono per un maggior rischio di cancro dell’endometrio. La più recente revisione sistematica e meta-analisi di studi osservazionali ha rivelato che il rischio è 2,8 volte superiore nelle donne con PCOS rispetto ai controlli. Al contrario, un recente studio di coorte danese ha suggerito, insieme ad altri,  che non c’è un aumento significativo del rischio di cancro ovarico o al seno nelle donne con PCOS.

Stai notando dei cambiamenti?

Se leggiamo nelle recenti linee guida pubblicate, si parla di dieta non ottimale, senza dare grandi indicazioni su quale dieta, se questa deve essere considerata la prima linea di trattamento, da seguire.

Non ci sono anche perché la PCOS è talmente diversa da donna a donna così come lo è ognuna di noi, che è necessario personalizzare, adattare il tuo modo di mangiare alle tue esigenze, ottimizzandole affinché la PCOS si spenga e vada in remissione.

Affidati ad un professionista per questo, ma se stai vedendo dei cambiamenti nel tuo corpo, fermati un attimo.

Vorrei che ti concentrassi su cosa sia cambiato nella tua alimentazione di recente.

Hai mangiato di più, fuori pasto, perché ti sei sentita più nervosa o perché hai dormito male? Hai pensato che la carne non ti faccia bene, quindi hai iniziato a mangiare formaggio? Non riesci più a rinunciare al tuo bicchiere di vino? Ti scappa l’olio nel cucinare più di prima? O sei semplicemente diventata più indulgente verso te stessa, al motto di “oramai, che importa, sto invecchiando”?

Se hai risposto a molte delle domande con un sì, occorre provare a ritrovare la tua strada, capendo cosa ti ha portata lontana dalle tue abitudini e provare a lavoraci su, se ti senti pronta a farlo.

Cosa si può fare per stare bene a lungo?

La modifica dello stile di vita è ampiamente considerata la chiave di volta di molti disturbi endocrini e metabolici, sia nel trattamento, che nella prevenzione di eventi futuri.

Si intende mangiare in modo equilibrato secondo le proprie esigenze energetiche, metaboliche, di gusto e piacere rispetto al proprio quadro clinico. Mettendo insieme tutti i pezzi, le evidenze scientifiche forniscono questi suggerimenti:

  • Tieni allenato il tuo corpo facendo lavorare i muscoli, con una attività di stimolo (non solo aerobica-aerobica-aerobica!);
  • Limita al formaggio a una porzione da 120-150g per massimo 2-3 volte a settimana. Che apporti calcio non c’è dubbio così, ma le porzioni e la frequenza in eccesso possono portare ad un accumulo di grasso, soprattutto addominale;
  • Il vino non è più un tuo amico. I polifenoli e tutti i principi antiossidanti sono una minima parte rispetto al fatto che l’alcool apporti calorie e alterazioni metaboliche, che spesso si concretizzano in gonfiore diffuso e grasso addominale;
  • È arrivato il momento di controllare con attenzione la quantità di carboidrati assunti con i pasti e fuori dai pasti. Mangiane il giusto, scegliendo quelli a più basso indice glicemico. Rispetta attentamente le indicazioni del tuo nutrizionista;
  • Integrale per pane e pasta saranno scelte molto più salutari dei corrispondenti prodotti raffinati;
  • Pur favorendo il pesce, non evitare la carne bianca e rossa e uova: servono a fornire al tuo corpo proteine di ricambio ai tuoi muscoli;
  • Impara ad usare i legumi, e inseriscili nella tua lista della spesa;
  • Controlla l’apporto di grassi, prediligendo acidi grassi mono e poliinsaturi, come l’olio extravergine di oliva, semi e frutta secca;
  • Non limitarti con la verdura di stagione, fresca e colorata;
  • La frutta, apportando zuccheri, quindi mangiane la giusta porzione;
  • Riduci fino ad abbandonare le sigarette: meno ne fumi e meglio è. Smettere è la soluzione giusta, in ogni caso.

Le evidenze dicono che le modifiche dello stile di vita (tra cui la dieta, l’esercizio fisico, il sonno e così via) svolgano un ruolo nello sviluppo della PCOS, regolando la sensibilità all’insulina e mantenendo il peso bilanciato, nonché regolando la normale produzione di androgeni.

Fai controlli medici regolari, ma non sentirti come se qualcosa fosse stato perso o ti fosse stato tolto: è una nuova fase della vita, è il momento della saggezza e dell’esempio, della profondità del pensiero e del saper cogliere gli aspetti essenziali della vita. In salute, ovviamente.

Bibliografia

  • Gu Y, et al. Life Modifications and PCOS: Old Story But New Tales. Front Endocrinol (Lausanne). 2022 Apr 13;13:808898
  • Mumusoglu S, Yildiz BO. Metabolic Syndrome During Menopause. Curr Vasc Pharmacol. 2019;17(6):595-603
  • Cooney LG, Dokras A. Beyond fertility: polycystic ovary syndrome and long-term health. Fertil Steril. 2018 Oct;110(5):794-809
  • Helvaci N, Yildiz BO.. Polycystic ovary syndrome and aging: Health implications after menopause. Maturitas 2020 Sep;139:12-19.
  • Shah D, Rasool S. Polycystic Ovary Syndrome (PCOS) Transition at Menopause. J Midlife Health. 2021 Jan-Mar;12(1):30-32
  • Millán-de-Meer M, et al. PCOS during the menopausal transition and after menopause: a systematic review and meta-analysis. Hum Reprod Update. 2023 Jun 23:dmad015
  • Merz CN, Shaw LJ, Azziz R, et al. Cardiovascular Disease and 10-Year Mortality in Postmenopausal Women with Clinical Features of Polycystic Ovary Syndrome. J Womens Health (Larchmt). 2016 Sep;25(9):875-81
  • Shaw LJ, et al.  Postmenopausal women with a history of irregular menses and elevated androgen measurements at high risk for worsening cardiovascular event-free survival: results from the National Institutes of Health–National Heart, Lung, and Blood Institute sponsored Women’s Ischemia Syndrome Evaluation. J Clin Endocrinol Metab. 2008 Apr;93(4):1276-84.
  • R. Davis, C. Castelo-Branco, P. Chedraui, et al., Understanding weight gain at menopause, Climacteric. 15 (2012) 419–429.
  • C. Meun, M.N. Gunning, Y.V. Louwers, et al., The cardiovascular risk profile of middle-aged women with polycystic ovary syndrome, Clin. Endocrinol. (Oxf). 92 (2020) 150–158
  • R. Slopien, E. Wender-Ozegowska, A. Rogowicz-Frontczak, et al., Menopause and diabetes: EMAS clinical guide, Maturitas. 117 (2018) 6–10.
  • M. Amiri, F. Ramezani Tehrani, S. Behboudi-Gandevani, et al., Risk of hypertension in women with polycystic ovary syndrome: a systematic review, meta-analysis and meta-regression, Reprod. Biol. Endocrinol. (2020) 23 202018
  • S.R. Davis, I. Lambrinoudaki, M. Lumsden, et al., Menopause, Nat. Rev. Dis. Prim. 1(2015) 15004.
  • L.G. Cooney, et al., High prevalence of moderate and severe depressive and anxiety symptoms in polycystic ovary syndrome: a systematic review and meta-analysis, Hum. Reprod. 32 (2017) 1075–1091.
  • N.S. Kakoly, et al., Cardiometabolic risks in PCOS: a review of the current state of knowledge, Expert Rev. Endocrinol. Metab. 14 (2019) 23–33
  • N. Cinar, M.C. Kizilarslanoglu, A. Harmanci, D.Y. Aksoy, G. Bozdag, B.Y.B. Demir, Depression, anxiety and cardiometabolic risk in polycystic ovary syndrome, Hum.Reprod. 26 (2011) 3339–3345.
  • D.A. Dumesic, R.A. Lobo, Cancer risk and PCOS, Steroids. 78 (2013) 782–785.
  • J.A. Barry, M.M. Azizia, P.J. Hardiman, Risk of endometrial, ovarian and breast cancer in women with polycystic ovary syndrome: a systematic review and meta-analysis, Hum. Reprod. Update 20 (2014) 748–758.
  • M. Gottschau, S.K. Kjaer, A. Jensen, et al., Risk of cancer among women with polycystic ovary syndrome: a Danish cohort study, Gynecol. Oncol. 136 (2015) 99–103.

Autore: Stefania Cattaneo

Sono Stefania Cattaneo e sono una biologa nutrizionista, appassionata di fotografia e di nutrizione applicata alle donne. Lavoro online, per arrivare a tutte le donne, in Italia e nel mondo, che soffrono di PCOS nelle sue varie forme di presentazione. In questo blog, farò del mio meglio per aumentare le tue conoscenze sulla PCOS, una condizione medica, difficile, complicata, delicata ma con la quale si può imparare a convivere. Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologici con numero d'iscrizione: AA_067629.